Ferrari: «Il Dodge a Prosperini?
Solo un prestito per un trasloco»

«Sono un estimatore di Prosperini e tuttora gli presterei una macchina, se ne avesse bisogno, come feci allora. Ma non ci fu alcuna corruzione». Si difende Max Ferrari, il 40enne pilota bergamasco di motoscafi offshore messo sotto inchiesta.

«Sono un estimatore di Piergianni Prosperini e tuttora gli presterei una macchina, se ne avesse bisogno, come feci allora. Ma non ci fu alcuna corruzione».

Si difende da tutte le accuse Max Ferrari, il quarantenne pilota bergamasco di motoscafi offshore messo sotto inchiesta dal pm Franco Bettini per una presunta corruzione risalente al 2008, in concorso con l’allora assessore regionale Piergianni Prosperini, noto anche come «tele-predicatore» per le sue colorite invettive contro gli extracomunitari su alcune emittenti locali, e già arrestato due volte a Milano per corruzione e turbativa negli appalti.

Per l’accusa, Max Ferrari concesse in uso a Prosperini un pick-up Dodge Ram, dopo che l’assessore presentó in Giunta regionale la proposta (poi deliberata) di una contribuzione da 60 mila euro per il suo team offshore impegnato nei campionati mondiali.

«A far partire l’inchiesta - sostiene Ferrari - è stata la mia ex segretaria, con cui sono stato legato sentimentalmente, dopo la fine della nostra storia. Ma non c’e nulla di vero. A Prosperini ho prestato la macchina, ma perche era un amico (ci aveva presentati Carlo Saffioti) e me l’aveva chiesta perche doveva fare un trasloco. Gli inquirenti hanno in mano solo una delega che feci Prosperini ai fini assicurativi. Non l’ho corrotto e non ho mai pensato di farlo».

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