I 30enni di oggi, cambiano le aspirazioni
Il sogno è il lavoro, negli anni ’80 casa...

Se i trentenni degli anni ’80 aspiravano a diventare qualcuno, tramite percorsi di vita stabili e tappe pianificate, quelli di oggi vivono una condizione di precarietà, senza prospettive di sviluppo. Questo il desolante quadro tracciato dall’analisi dell’Osservatorio Findomestic, elaborato in occasione dei 30 anni dell’azienda, che è stata fondata nel 1984.

Un trentenne su quattro, infatti, vive ancora in famiglia; mentre la metà di chi è andato a vivere fuori casa ha comunque ancora bisogno del sostegno economico dei genitori. E in Lombardia i dati sono ancora peggiori: è ancora nella casa dei genitori il 27% dei trentenni e il 55% di quelli che sono andati via continuano a ricevere un aiuto economico. La cifra mensile che i giovani indicano per poter vivere in modo dignitoso è 1.500 euro. Al netto dell’inflazione è la stessa che indicano i trentenni degli anni ’80.

Quello che conta per i giovani di oggi non ė più il possesso di un bene, ma l’esperienza che questo fornisce. I trentenni degli anni ’80, invece, vedevano in alcuni beni, come ad esempio casa e automobile, i «simboli» di uno status.

Secondo la ricerca i giovani di oggi vedono le spese per trasporti incidere maggiormente sui loro budget, mentre trent’anni fa la spesa maggiore era il mutuo. A dire il vero le priorità per i trentenni e i sessantenni sembrano non essere troppo diverse ma presentano alcuni significativi scostamenti. Ad esempio i giovani di oggi vedono come prioritaria la stabilità del posto di lavoro, seguita dalla famiglia e della salute. I 30enni degli anni ’80, invece, mettevano in testa la famiglia e appena sotto la stabilità del posto di lavoro e l’avere una casa di proprietà. Quest’ultimo è un bene sempre più inaccessibile per i giovani di oggi ed è scivolato al quarto posto nella classifica delle loro priorità.

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