I mitomani sul caso di Yara
Un migliaio di segnalazioni

L’indagine sulla morte di Yara è costellata di lettere anonime, segnalazioni di sedicenti sensitivi, chiaroveggenti, medium, mitomani che avrebbero «visto» o «sognato» l’assassino o gli assassini.Uno dei 40 faldoni d’indagine su Yara è interamente dedicato a raccogliere tali segnalazioni, circa un migliaio in tre anni.

L’indagine sulla morte di Yara è costellata di lettere anonime, segnalazioni di sedicenti sensitivi, chiaroveggenti, medium, mitomani che avrebbero «visto» o «sognato» l’assassino o gli assassini.

Spunti già a prima vista privi (o quasi) di qualsivoglia credibilità, che tuttavia a tratti hanno tenuto impegnata la macchina investigativa, di fatto obbligata, in un’inchiesta come quella della tredicenne di Brembate Sopra, a verificare tutto, senza lasciare nulla al caso, senza potersi permettere di archiviare e bollare qualsivoglia input come inattendibile a prescindere.

L’ultima segnalazione in ordine di tempo risale a quattro giorni fa. Un albanese di 40 anni si è presentato alla caserma dei carabinieri di Passirano (Brescia) sostenendo di essere un sensitivo e di aver avuto una visione.

Si tratta solo dell’ultimo mitomane in ordine di tempo. In agosto la polizia aveva lavorato alacremente una settimana, per scoprire l’identità del misterioso autore di un messaggio lasciato in una cappella a Rho, e poi di una lettera anonima a L’Eco di Bergamo. Per non parlare delle svariate segnalazioni relative ai furgoni bianchi e al (ormai ex) cantiere di Mapello. Uno dei 40 faldoni d’indagine su Yara che il pm Letizia Ruggeri custodisce nel suo ufficio è interamente dedicato a raccogliere le segnalazioni di veggenti, sensitivi e mitomani. Le segnalazioni sono un migliaio in tre anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA