Il luna park finirà nelle urne
Le giostre rimaste senza casa

Il luna park non lo vuole nessuno. La verità è questa. E la patata bollente, dopo il tiraemolla per la vendita dell’area Europan, finirà quasi sicuramente nelle mani della prossima Giunta. La conferma dal primo cittadino Franco Tentorio.

Il luna park non lo vuole nessuno. La verità è questa. E la patata bollente, dopo il tiraemolla per la vendita dell’area Europan, finirà quasi sicuramente nelle mani della prossima Giunta. La conferma dal primo cittadino Franco Tentorio che - replicando lunedì sera 7 aprile sera in Consiglio comunale alle obiezioni sollevate durante il dibattito sulla delibera con cui l’amministrazione ha restituito la caparra alla Agatonisi srl (la società che si è aggiudicata la stessa area e che aveva già versato 620 mila euro in occasione del primo bando nell’agosto 2012) - non ha mancato di sottolineare gli ostacoli nel trovare un’alternativa all’attuale collocazione.

«Abbiamo fatto numerosi sondaggi - ha spiegato il sindaco - e la questione è ancora in sospeso. Purtroppo incontriamo difficoltà nel momento in cui, individuata un’area, dobbiamo confrontarci con il quartiere. Il giudizio finora è sempre stato contrario, in particolare avevamo la possibilità di attrezzare un terreno di proprietà della Provincia a Boccaleone, ma abbiamo dovuto desistere. Una strada percorribile sarebbe ora quella di trasferire le giostre in uno spazio adiacente all’attuale, ma l’area è da acquistare e quindi non sarà così facile. Siamo consapevoli che l’impegno politico assunto nel momento in cui abbiamo pubblicato il secondo bando era quello di dare una risposta entro la fine del mandato; confidiamo però in un minimo di tolleranza da parte della società cui l’area è stata assegnata».

Del resto anche il primo bando - quello cui la caparra si riferiva - era naufragato proprio sul pasticcio del luna park: all’epoca l’obbligo di individuare un’area su cui trasferire le giostre era genericamente posto in carico al vincitore, cosa che i rappresentanti di Agatonisi avevano preso alla lettera indicando, poco prima della scadenza fissata, il piazzale della Fiera in via Lunga. Peccato che dalle parti di Promoberg nessuno ne sapesse nulla. Da qui l’annullamento dell’assegnazione e il ricorso per la caparra.

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