Il pm: «Processo per 20 carabinieri»
Anche infermieri tra i 43 indagati

Il pm Franco Bettini ha chiesto il rinvio a giudizio per 43 indagati nella maxi inchiesta condotta su una presunta serie di reati che vanno dalla corruzione alla truffa, dalla rivelazione di segreti d’ufficio all’omessa denuncia e al peculato.

Il pm Franco Bettini ha chiesto il rinvio a giudizio per 43 indagati nella maxi inchiesta condotta su una presunta serie di reati che vanno dalla corruzione alla truffa, dalla rivelazione di segreti d’ufficio all’omessa denuncia e al peculato.

Fra gli indagati per cui è stato chiesto il processo ci sono 20 carabinieri, appartenenti (all’epoca dei fatti contestati) principalmente alla compagnia di Zogno, e in misura minore a quella di Bergamo e alla tenenza di Seriate.

Il numero complessivo degli indagati è sceso da 49 a 43: 6 posizioni sono state archiviate. Si tratta di tre investigatori privati e un carabiniere in servizio in procura (che restano però indagati dalla Dda di Brescia, competente in materia, per interferenze illecite nella vita privata) e due cittadini.

L’indagine, complessa e variegata, è stata condotta prevalentemente tramite intercettazioni telefoniche. Tutto cominciò nel 2009, quando alcuni automobilisti rimasti feriti in incidente stradale si videro contattati da emissari di agenzie per il recupero degli indennizzi.

Come facevano ad avere i loro dati? Qualcuno fra loro, indignato per la violazione della privacy, se lo chiese e si presentò poi a sporgere denuncia. Gli inquirenti scoprirono una presunta rete di infermieri «talpe» in 6 ospedali (Riuniti, Gavazzeni, Seriate, Alzano, Treviglio, Ponte San Pietro) che – dietro pagamento, secondo l’accusa – fornivano le informazioni sui pazienti in particolare a un’agenzia specializzata in recupero indennizzi, la Cis di via Paleocapa, a Bergamo.

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