La domenica caccia ai biglietti Atb
«Servono i distributori automatici»

Meglio comprarsi un carnet. Perché se la domenica si resta senza, è davvero difficile trovare un rivenditore di biglietti Atb. Ancora legati all’acquisto in tabaccherie, bar o edicole, una volta rimasti senza ticket può essere un problema reperirlo.

Meglio comprarsi un carnet. Perché se la domenica si resta senza, è davvero difficile trovare un rivenditore di biglietti Atb. Ancora legati all’acquisto in tabaccherie, bar o edicole, una volta rimasti senza ticket può essere un problema reperirlo. Il problema è stato sollevato anche in sede di discussione del Put, quando ai tavoli della 3ª commissione consiliare permanente del Comune di Bergamo la consigliera della Lega Nord Luisa Pecce, ha chiesto «di concertare con Atb il posizionamento di un congruo numero di distributori automatici di biglietti, per favorire al massimo la fruizione degli autobus cittadini, cercando di soddisfare le esigenze di comodità e opportunità».

Il documento – discusso nelle scorse settimane – ha trovato il voto favorevole dei consiglieri di minoranza, che hanno portato al tavolo alcuni esempi. I disagi li subiscono soprattutto i residenti dei quartieri periferici: «È’ un tema che si trascina da anni quello di trovare i biglietti – ha detto in commissione Marco Brembilla del Pd –. C’è una difficoltà enorme soprattutto la domenica quando le edicole sono chiuse, penso alla Malpensata o a Monterosso».

Il problema sarà risolto – almeno parzialmente – la prossima estate, con l’arrivo dei parchimetri intelligenti. Di ultima generazione, saranno 130 e per l’acquisto la società Atb ha investito 800mila euro. Attraverso i nuovi terminali per il pagamento della sosta sarà infatti possibile acquistare i biglietti per il trasporto pubblico locale. Una volta avvistate le strisce blu per il parcheggio, i cittadini potranno quindi recarsi ai terminali, comprarsi il biglietto e salire sul pullman. Sempre che i parchimetri intelligenti ci siano anche nei quartieri periferici.

Per saperne di più leggi L’Eco di Bergamo del 22 gennaio

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