Quaresima, l’annuncio del vescovo
«Fondo casa e Centro accoglienza»

La Quaresima come cammino di conversione, non solo a parole ma nei gesti concreti della vita quotidiana. La Diocesi pone un segno concreto di adesione al cammino tracciato dalle parole del Vangelo, aprendosi ad alcune azioni concrete.

La Quaresima come cammino di conversione, non solo a parole ma nei fatti, nei gesti concreti della vita quotidiana. La Diocesi, in apertura di questo Tempo liturgico segnato dalla preghiera, dal digiuno e dall’elemosina, pone un segno concreto di adesione al cammino tracciato dalle parole del Vangelo, aprendosi ad alcune azioni concrete in favore delle povertà, delle famiglie e del fronte educativo. Gesti che il vescovo monsignor Francesco Beschi ha annunciato ieri sera durante la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri in cattedrale.

«Nella prospettiva del Vangelo e delle parole che Papa Francesco ha donato alla Chiesa nel suo messaggio per la Quaresima – ha detto nell’omelia – indico un percorso che assume il valore di un segno forte, eccezionale, nella speranza che non si consumi in se stesso, ma sia capace di generare speranza, di moltiplicare i piccoli gesti di solidarietà quotidiana». La vicinanza ai poveri e agli emarginati, l’accompagnamento delle famiglie che hanno perso la sicurezza della casa e il rinnovo dell’impegno educativo sono le tracce sulle quali si sono sviluppati i gesti concreti con cui la Diocesi apre la Quaresima.

«La Diocesi si impegna nella ristrutturazione di un luogo di accoglienza a servizio dei poveri nel cuore della nostra città» ha annunciato monsignor Beschi. In favore delle famiglie più duramente provate dalla crisi nasce un’altra iniziativa: «Viene rafforzato l’impegno irrobustendo il già esistente Fondo famiglia lavoro, aggiungendo ad esso una nuova linea definita Famiglia casa, con un somma consistente proveniente dall’alienazione di una proprietà della Diocesi. È una scelta compiuta nell’orizzonte della spogliazione necessaria indicataci dal Papa». All’impegno della Diocesi il vescovo ha chiesto che si unisca la generosità dei sacerdoti attraverso la rinuncia a una mensilità. Un invito quindi anche a tutte le comunità parrocchiali che nel giorno della canonizzazione di Papa Giovanni XXIII saranno chiamate a una colletta a favore dei poveri.

Monsignor Beschi ha elencato anche un percorso nell’ambito educativo, che non guarda solo al territorio bergamasco, ma che si apre al mondo e alla missionarietà. «La Diocesi si impegna a sostenere per un triennio la scuola dedicata a Papa Giovanni XXIII ad Haiti e a investire sulla preparazione dei giovani che si aprono ad esperienze missionarie».

In questo anno, in cui la Chiesa di Bergamo vive la gioia della canonizzazione di Papa Roncalli, la Diocesi sarà partecipe anche dell’inaugurazione di una chiesa in Albania dedicata al Papa bergamasco.

Il vescovo, dopo aver elencato i gesti concreti che la Diocesi si appresta a fare, ha voluto sottolineare il significato di queste scelte, richiamando ciascuno a individuare nella propria vita i cammini possibili di accoglienza, di vicinanza e di solidarietà. «Questo segno rimarrà sterile se non raggiunge le coscienze, se non ci sprona a uscire dai nostri timorosi egoismi. Fioriscano la comprensione e l’aiuto nelle famiglie, tra famiglie, con le famiglie più povere e con coloro che non hanno più famiglia». Forte è risuonata la voce di monsignor Beschi nell’invito a una conversione concreta e personale. «La quantità considerevole di risorse non può sostituire la conversione del cuore. Si tratta di un percorso delineato non per esibirsi, ma per indicare che la strada è quella, fatta di gesti di solidarietà che diventano nutrimento. Si tratta non solo di mettere a disposizione risorse economiche, ma di rinnovare gesti di attenzione reciproca verso chi è solo, verso gli anziani, i piccoli, i sofferenti, gli emarginati». Nella parte conclusiva dell’omelia ancora l’appello a un cambiamento radicale. «Non possiamo delegare a gesti eccezionali la costruzione di una comunità. Si tratta di una conversione nello stile di vita. Non possiamo pensare a una fede separata dalla carità e a una carità separata dalla fede. Solo così la nostra esistenza potrà assaporare la bellezza di una vita buona, più fraterna e ospitale».

Durante la celebrazione si è compiuto il rito di imposizione delle Ceneri alle numerose persone presenti in duomo. Fra i banchi anche la comunità del Seminario, accompagnata dal rettore monsignor Pasquale Pezzoli, dai sacerdoti e dagli educatori. Presenti anche monsignor Lino Belotti, il vicario generale monsignor Davide Pelucchi e il vicario episcopale per i laici monsignor Vittorio Nozza. L’inizio della Quaresima apre il cammino verso la gioia della Pasqua di Risurrezione. «Sia per la Chiesa – ha detto il vescovo – un itinerario di conversione nella quotidiana ricerca di riconciliazione, di giustizia e di pace».

© RIPRODUZIONE RISERVATA