Lega: «Colpa di Monti, Letta e Renzi»
Pd: serve un provvedimento urgente

«Al contrario di quanto afferma Gori, i tagli ai trasferimenti agli Enti Locali sono frutto principalmente dei Governi Monti, Letta e Renzi» rileva l’assessore regionale Garavaglia.

Così rispondono Massimo Garavaglia, assessore regionale all’Economia e Alberto Ribolla, capogruppo della Lega Nord in Consiglio Comunale, alle affermazioni del sindaco Gori . Spiega Garavaglia: «Come si vede dagli studi della Fondazione Ifel-Anci dello scorso ottobre e dal report della Cgia di Mestre di pochi giorni fa, i tagli ai trasferimenti ai Comuni (ma anche alle Province e alle Regioni) sono dovuti solo in minima parte al decreto legge 78/2010 (Governo Berlusconi). La fetta principale deriva dalla spending review e dal Salva Italia del Governo Monti, oltre che dal decreto Irpef, dalla revisione Imu e dalla Legge di Stabilità 2015 del Governo Renzi. Tra l’altro, questi tagli vanno a colpire ambiti che hanno già subito forti riduzioni. In Lombardia, Regione dove peraltro le addizionali regionali sono rimaste invariate, al contrario di tante altre regioni governate dal centrosinistra, il taglio ai Comuni è stato pari ad oltre 107 milioni di euro. La città di Bergamo, in particolare, vede tagliati ben 1.270.680,61 euro.

Prosegue Alberto Ribolla: «Dal canto suo Regione Lombardia, nel 2014, ha concesso spazi finanziari per 250 milioni di euro, ed al Comune di Bergamo, in particolare, oltre 3 milioni e 700 mila euro, nonostante i citati tagli per finanziare gli 80 euro di Renzi. La Lega Nord si impegna da sempre e concretamente per garantire maggiori risorse ai Comuni virtuosi, quale è anche il Comune di Bergamo. Suggerisco quindi al sindaco Gori di chiamare in causa il Pd ed il Governo Renzi affinché queste manovre scellerate che uccidono le autonomie locali possano essere modificate».

«Gli enti locali sono interessato da un profondo e ambizioso processo di riforma, dalle città metropolitane alle province sino all’associazione e aggregazione dei piccoli comuni, passando per l’armonizzazione contabile. Questo processo avviene in una fase di risorse scarse e in riduzione. Processi di cambiamento di questa portata, che avvengono mentre si devono garantire servizi e diritti essenziali per le nostre comunità, richiedono certezze e stabilità del quadro finanziario, come sollecitato dal presidente della Provincia e dai sindaci di numerosi comuni bergamaschi a partire dal capoluogo» rilevano i deputati bergamaschi del Pd, Elena Carnevali, Beppe Guerini, Antonio Misiani e Giovanni Sanga.

«La manovra finanziaria per il 2015 - nel suo insieme molto positiva per le scelte di politica economica e sociale - ha fortemente allentato il patto interno di stabilità e ha rifinanziato e stabilizzato i fondi sociali rivolti agli enti locali. Il governo ha inoltre destinato notevoli risorse agli interventi di edilizia scolastica dei comuni. Nel contempo, però, è stato tagliato il fondo di solidarietà comunale e riduzioni di risorse ancor più rilevanti sono state previste per le province e le città metropolitane, che attraversano una fase critica. È stata invece opportunamente rinviata al 2016 la definizione del nuovo assetto della fiscalità comunale, a partire da quella immobiliare. A tutto questo va aggiunto l’avvio dell’armonizzazione contabile, un’ulteriore, impegnativa sfida per gli enti locali» aggiungono.

Una serie di nodi sono particolarmente impellenti: l’implementazione del riordino istituzionale previsto per le province e le città metropolitane dalla legge 56/2014, fortemente condizionato dal quadro finanziario definito dalla legge di stabilità 2015, che va rivisto. Il riparto del Fondo di solidarietà comunale, alla luce di quanto disposto dalla legge di stabilità 2015, con il pagamento in tempi brevi ai comuni di un acconto sull’ammontare dovuto per il 2015. Il ripristino per il 2015, nelle more dell’introduzione della local tax, del trasferimento integrativo di 625 milioni per compensare lo sforzo fiscale dei comuni. La rideterminazione degli obiettivi del patto di stabilità interno per gli enti locali, alla luce dell’intesa sancita per i comuni dalla Conferenza Stato-città-autonomie locali del 19 febbraio che per diventare operativa deve essere recepita da una apposita norma di legge. La rimodulazione delle sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità interno nel 2014 per i comuni e la disapplicazione delle stesse per le province e le città metropolitane, necessaria a nostro giudizio in relazione ad una condizione finanziaria di straordinaria criticità» proseguono.

«Su molti di questi temi il governo, le regioni e gli enti locali hanno raggiunto un accordo di massima in sede di Conferenza unificata. Su altri è in atto un confronto serrato. Sta al governo varare un provvedimento urgente che risponda positivamente alle istanze degli enti locali, ponendo le basi per un intervento più organico di riorganizzazione della finanza locale. L’impegno dei parlamentari Pd va in questa direzione: lo abbiamo posto ufficialmente al governo in aula alla Camera mercoledì 4 marzo, proseguiremo a farlo nei prossimi giorni in tutte le sedi utili» concludono Carnevali, Guerini, Misiani e Sanga.

«Leggiamo con un misto di stupore e soddisfazione le dichiarazioni del Sindaco Gori sulla legge di stabilità e sui tagli agli Enti Locali. Stupore, perché quando il sindaco uscente Franco Tentorio denunciava il crollo dei trasferimenti e il blocco dei soldi bergamaschi a Roma, l’opposizione guidata dal candidato Gori gridava all’immobilismo e all’incapacità di programmare. Ora Gori si è accorto che le manovre demagogiche dell’amico Renzi, fra cui i famigerati “80 Euro”, hanno gravi ripercussioni sui bilanci comunali e mette le mani avanti sulle “pesantissime conseguenze sui servizi essenziali rivolti ai cittadini”. Un po’ come Marino, sindaco di Roma, che minacciò la chiusura dei servizi se lo Stato non avesse fatto una legge apposita per ripianare i buchi di bilancio» attaccano dalle opposizioni Daniele Zucchinali e Giuliano Verdi per Fratelli d’Italia-An.

«Soddisfazione, perché Gori conferma quanto sostenuto dalla presidente di Fratelli d’Italia-An, Giorgia Meloni, che disse: “come temevamo questa legge di stabilità si sta rivelando una vera e propria mazzata per gli italiani, sempre più discriminati da un governo incapace di risolvere i problemi della Nazione e che non taglia sprechi e privilegi ma scatena guerre tra poveri: confermata la social card agli extracomunitari e meno risorse al fondo per la famiglia”. Insomma: con Renzi al Governo, non basterà una bici elettrica per cambiare passo».

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