Lega, sarà Salvini o Stucchi?
La base: soluzione unitaria

Il clima pre-voto (il 7 dicembre urne per 1.200 militanti) è poco entusiasta, a dimostrazione che forse il congresso in questo momento si poteva evitare, e il «cammino» di Giacomo Stucchi verso il post-«Bobo» arriva come un fulmine a ciel sereno.

La pluralità va bene, ma fino a un certo punto. Sarà la poca dimestichezza con la democrazia (finora i leader sono stati scelti per acclamazione, come Roberto Maroni il luglio del 2012), ma il fiorire di una (quasi) candidatura al giorno per la segreteria federale della Lega sta spiazzando la base, che auspica un ricompattamento del fronte «extra Bossi».

Il clima pre-voto (il 7 dicembre sono chiamati alle urne 1.200 militanti) è poco entusiasta, a dimostrazione che forse il congresso in questo momento si poteva evitare, e il «cammino» (lui stesso ha ammesso che non si tratta di una corsa) del senatore Giacomo Stucchi verso il post-«Bobo» arriva come un fulmine a ciel sereno che crepa comunque il moloch bergamasco finora a favore di Matteo Salvini.

Provocazione o reale intenzione quella del presidente del Copasir? Lo si scoprirà da oggi al 30 novembre, periodo della raccolta delle mille firme necessarie per competere. L’auspicio più diffuso, però, è che si trovi una soluzione unitaria, anche per avere una maggioranza netta e non una leadership già zoppa in partenza. Un po’ sulla falsariga delle ultime assise provinciali, quando si è partiti con cinque competitor, per arrivare a una sfida a due che ha incoronato Daniele Belotti.

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