Lo stadio pronto a cambiare volto
Una lunga storia di cantieri - Foto

Lo stadio di Bergamo si appresta nuovamente a cambiare volto, con la sistemazione delle due tribune, come annunciato dal presidente Antonio Percassi.

Ma la storia dell’impianto di viale Giulio Cesare è di quelle decisamente tormentate : nell’attesa del restyling definitivo che dovrebbe trasformarlo in un impianto all’inglese con tribune ad angolo retto, posti tutti coperti e funzionali, si va avanti un pezzo alla volta. Ma del resto è quasi nel Dna dell’«Atleti Azzurri d’Italia», già «Brumana» e «Comunale», come ben ricostruito in questo magistrale pezzo di Elio Corbani, memoria storica nerazzurra, datato agosto 2012, che riproponiamo.

«Le discussioni sullo stadio di Bergamo sono di vecchia data. Iniziano 84 anni fa quando l’allora vice presidente dell’Atalanta Pietro Capoferri viene accusato di megalomania per la realizzazione del progetto studiato e presentato dall’ing. De Beni. Si tratta di una struttura imponente (per l’epoca) con una copertura a sbalzo di 13 metri della tribuna che desta interesse nel mondo calcistico e non solo. Quattordicimila spettatori seguono la gara dell’inaugurazione ufficiale del 23 dicembre 1928 contro la Dominante di Genova, vinta per 2-0. Quella struttura che era stata completata dalla gradinata subisce nel tempo un’infinità di trasformazioni».

«Nell’immediato dopoguerra con la costruzione delle tribuna di curva (in tubolari Ceta) la sua capienza globale sale a 25 mila spettatori. Negli anni 60 vengono realizzate in cemento prima la curva sud poi parte della curva nord. Per il completamento di questo settore (possibile solo dopo la chiusura della piscina comunale) mancano però i fondi. Ci pensa il presidente dell’Atalanta Achille Bortolotti che nel giugno del 1971, dopo il vittorioso spareggio per la promozione in A conquistato a Bologna contro il Bari, mette mano al portafoglio e versa all’impresa Capelli i 100 milioni per completare l’opera».

«Il problema della capienza dello stadio torna d’attualità qualche anno dopo. L’amministrazione comunale viene più volte sollecitata a trovare le soluzioni necessarie per soddisfare la crescente passione per l’Atalanta. Le promesse non mancano ma rimangono tali. Lo stadio è sempre più affollato ma gli interventi sulla struttura sono sempre limitati. Con l’arrivo di Glen Stromberg nell’estate 1984 l’Atalanta registra il record degli abbonati: 17.740. I progetti di eventuali ampliamenti sono tutti condizionati dall’impossibilità di abolire la pista di atletica anche perché alla guida del Coni è stato nominato Primo Nebiolo, ex presidente Fidal, il quale anche per i mondiali di «Italia 90» impone strutture polifunzionali con l’immancabile pista di atletica che non verrà quasi mai sfruttata».

«L’abolizione della pista a Bergamo è un’impresa che riesce ad Antonio Percassi. È sua infatti l’ultima importante ristrutturazione. Viene realizzata nell’estate dal 1991. Nel giro di pochi mesi il Comunale cambia faccia. Viene rifatta la tribuna Giulio Cesare dotata di copertura nella parte centrale e collegata con le due curve. Si recuperano posti riducendo l’altezza dei «gradoni». Lo spazio della pista viene occupato dalle tribune di curva e dai rinnovati «parterre». Importanti interventi vengono effettuati anche nella struttura della tribuna coperta con conseguente ampliamento di posti a sedere».

Rispetto al pezzo di Corbani, va aggiunto il restyling funzionale della tribuna centrale con posa di seggiolini nerazzurri, opera sempre di Antonio Percassi al momento del ritorno alla presidenza nerazzurra, nel 2010. E ora la nuova sfida: tramontata l’ipotesi di uno stadio nuovo, ora si fa strada quella della sistemazione integrale dell’attuale impianto, che la società nerazzurra vorrebbe anche acquistare. Cosa che non pare nemmeno dispiacere tanto alla proprietà attuale, il Comune di Bergamo.

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