Mons. Oggioni, padre e pastore
Il ricordo del cardinale Re

«Un vescovo padre, pastore, fedele custode del gregge affidatogli, ricco di dottrina e insegnamenti. Come angelo della diocesi, ha molto amato la Chiesa di Bergamo, che considerava la sua famiglia». Sono alcune linee del ritratto del vescovo Giulio Oggioni.

«Un vescovo padre, pastore, fedele custode del gregge affidatogli, ricco di dottrina e insegnamenti. Come angelo della diocesi, ha molto amato la Chiesa di Bergamo, che considerava la sua famiglia». Sono alcune linee del ritratto del vescovo Giulio Oggioni, tracciate ieri pomeriggio, nella chiesetta di Campino a Cologno al Serio, nell’incontro di presentazione del libro «La sposa eternamente giovane. La Chiesa nelle omelie di monsignor Giulio Oggioni vescovo di Bergamo (1977-1991)», della Libreria Editrice vaticana, alla presenza del cardinale Giovanni Battista Re, prefetto emerito della Congregazione vaticana per i vescovi .

È stato scritto da monsignor Assunto Scotti, nativo del paese, capufficio della prima sezione della Segreteria di Stato vaticana. Numerose le persone presenti, fra cui Anna, sorella di monsignor Oggioni, il vescovo Francesco Beschi, giunto a sorpresa, il parroco monsignor Emilio Zanoli, il sindaco Claudio Francesco Sesani e il rettore del Seminario monsignor Pasquale Pezzoli.

«Quando fu nominato a Bergamo – ha esordito monsignor Arturo Bellini, vicario interparrocchiale di Nembro e Gavarno, direttore del mensile diocesano L’Angelo in famiglia e già collaboratore di Oggioni – si affermò che era giunto per restaurare la riottosa diocesi bergamasca. Poi si capì che era una impressione errata».

«Ho conosciuto il vescovo Oggioni quando era a Lodi – ha aggiunto il cardinale Re– e gli sono rimasto amico. Questo libro fa onore a monsignor Scotti, per tanti anni mio fedele collaboratore, che è riuscito a far emergere molto bene le caratteristiche di Oggioni».

Riprendendo ricordi personali e i contenuti del libro, il cardinale ha definito Oggioni «un vescovo di grande profondità di pensiero teologico, aperto al nuovo ma fedele all’antico, perché sentiva la responsabilità di conservare la fede apostolica».

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