Mura e candidatura per l’Unesco
C’è un «marchio» dei bergamaschi

Il vessillo della Serenissima è tra le pietre che compongono le Mura. Da secoli è rappresentato nel «cordolo», elemento architettonico che lega tutte le fortificazioni costruite dai veneti durante la loro dominazione, un filo rosso che da Bergamo si srotola fino a Cipro.

Il vessillo della Serenissima è tra le pietre che compongono le Mura. Da secoli è rappresentato nel «cordolo», elemento architettonico che lega tutte le fortificazioni costruite dai veneti durante la loro dominazione, un filo rosso che da Bergamo si srotola fino a Cipro.

Un simbolo presente nelle dieci città oggi unite dal sito seriale e transnazionale candidato a Patrimonio Unesco: «Le opere di difesa veneziane tra XV e XVII secolo». E si scopre che le maestranze che costruirono le Mura lavorarono anche ad altre roccaforti della Serenissima.

La presentazione domenica alla Fiera dei Librai, a cura del consigliere comunale (e delegata dal sindaco per il progetto di candidatura Unesco) Luciana Frosio Roncalli. Insieme a lei, il dirigente di Palafrizzoni Giovanni Cappelluzzo che, nel primo incontro pubblico organizzato dal Comune sulla candidatura, ha raccontato la storia delle città sorelle che concorrono per l’ambizioso riconoscimento.

Il progetto è entrato ufficialmente lo scorso febbraio nella lista propositiva dell’Unesco, e in queste settimane il Comune sta lavorando alla costituzione di un tavolo per la redazione del piano di gestione, «richiesto dall’Unesco insieme a un pre dossier, da consegnare entro il 30 settembre, prima del dossier completo, che consegneremo entro il primo febbraio 2015. Da lì, l’Unesco avrà 18 mesi per comunicare l’esito, ma la strada ora è in discesa, siamo positivi» spiega Luciana Frosio Roncalli.

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