’Ndrangheta: blitz a vuoto ad Almè
Il ricercato non c’è, paura in paese

Ad Almè hanno sfondato la porta blindata e una finestra, ma all’interno della villetta di via Europa non hanno trovato nessuno. Il blitz della Squadra mobile - contro la ’ndrangheta radicata in Brianza - ha portato l’altra notte panico e scompiglio in una zona tranquilla.

Ad Almè hanno sfondato la porta blindata e una finestra al piano superiore, ma all’interno della villetta di via Europa non hanno trovato nessuno. Il blitz della Squadra mobile ha portato l’altra notte panico e scompiglio in una zona tranquilla di Almè, tra i vicini di casa di Maurizio Morabito che, secondo le indagini degli investigatori,farebbe parte del clan della ’ndrangheta radicata in Brianza.

La polizia ha eseguito nella mattinata di martedì 4 marzo alcune decine di arresti in Lombardia e in altre regioni italiane al termine di un’indagine lunga e complessa. L’inchiesta, condotta dalla Squadra mobile e coordinata dalla Dda milanese, ha portato all’emissione di 47 ordinanze di custodia cautelare.

Tra le persone sottoposte a ordinanza di custodia cautelare in carcere ci sono anche Vincenzo Cotroneo, 41enne nato a Treviglio e residente a Calvenzano, Maurizio Morabito, 49enne calabrese di fatto residente ad Almè, e Ramon Giuseppe Stillitano, 30enne nato a Treviglio e residente a Misano Gera d’Adda.

Proprio Morabito, di origini calabresi ma da più di tre anni residente ad Almè, nel corso di alcune intercettazioni telefoniche aveva definito il presunto capo del gruppo criminale, Giuseppe Pensabene, come una sorta di «Banca d’Italia». Operazioni di riciclaggio e di esercizio abusivo del credito, usure ed estorsioni erano all’ordine del giorno per il clan che, come scritto dal gip nell’ordinanza, «operava come una vera e propria banca clandestina».

All’oscuro di tutti i movimenti di Morabito - che sarebbe latitante in Austria - sono rimasti in questi anni i vicini di casa e il sindaco Luciano Cornago, che è rimasto stupefatto dove aver appreso la notizia.

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