No Tav, class action ko: 30 mila
Ma al legale devono 1 milione di euro

I 30 mila euro di risarcimento non sono nulla in confronto al milione che dovrebbero pagare al legale che li ha difesi. La polemica arriva dai residenti di via Carracci a Bologna, zona della città adiacente alla stazione ferroviaria coinvolta nel progetto Alta velocità.

I 30 mila euro di risarcimento non sono nulla in confronto al milione che dovrebbero pagare al legale che li ha difesi.È questa la beffa che arriva da Bologna. Prima infatti la causa persa e il risarcimento ad Rfi ed Astaldi di 30mila euro, poi la richiesta di pagamento delle parcelle da parte dell’avvocato che li ha difesi, perdendo, che rischia di arrivare ad oltre un milione di euro.

La polemica arriva dai residenti di via Carracci a Bologna, zona della città adiacente alla stazione ferroviaria, fin dal 2008 coinvolta nei lavori di costruzione della nuova stazione del progetto Alta velocità su un’area urbana con un diametro di almeno tre chilometri.

Risale al 25 febbraio 2014 la sentenza civile del giudice Pasquale Gianniti del Tribunale ordinario con cui è stata rigettata la richiesta di risarcimento per 184 residenti in merito ai danni ambientali causati dalle polveri sottili. La causa seguita fin da subito dall’avvocato del foro di Bologna, Nicola Giudice, era stata suddivisa in tre tranche: Tav 1, Tav 2, Tav 3. Mentre per la Tav 2 si attende la decisione della Cassazione per sapere a chi compete il giudizio, per Tav 1 e 3, che coinvolge circa 200 famiglie ciascuna, il giudice ha ritenuto innocenti sia il committente dei lavori, Rfi, che l’esecutore, Astaldi, dopo aver verificato che la presenza di Pm 10 in quella strada non è più alta di quella presente in altre zone di Bologna. Fin qui i dati della sentenza che ha creato parecchio malumore tra i soggetti di questa class action anti Tav.

«Il problema è che il nostro avvocato persa la causa, ci ha notificato spese di pagamento stratosferiche non concordate in precedenza» spiega uno dei residenti di via Carracci. Le cifre contenute nel documento inviato ad alcuni dei propri clienti di Tav1 e Tav3 parlano chiaro. Per chi vuole andare in appello, l’avvocato Giudice, ha previsto un pagamento di 2000 euro per i nuclei di due o più persone, e 1600 per i single. Diversa e più alta somma per chi insoddisfatto dal primo giudizio, non vorrà comunque tornare in causa: circa 3800 euro a persona. Calcolatrice alla mano se nessuno degli oltre 350 clienti dei procedimenti Tav1 e 3 decidesse di continuare la causa il legale riscuoterebbe oltre un milione di euro.

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