Orrore per le immagini dalla Siria
Sgomento della famiglia di Vanessa

Cercano di stare sereni, ma le terribili immagini della decapitazione in Siria di un altro giornalista, per mano dell'Isis, aumenta lo sgomento dei familiari di Vanessa e Greta, le ragazze rapite in Siria alla fine di luglio.

Cercano di stare sereni, ma le terribili immagini della decapitazione in Siria di un altro giornalista, per mano dell'Isis, aumenta lo sgomento dei familiari di Vanessa e Greta, le ragazze rapite in Siria alla fine di luglio.

Inoltre, nonostante le smentite ufficiali, non scompare del tutto l'angoscia che anche loro siano prigioniere dell'organizzazione terroristica. «Tentiamo di non pensare troppo, di stare sereni - dice al telefono il padre di Vanessa Marzullo, Salvatore, che gestisce un ristorante -. Sì, è chiaro che le foto, le notizie che arrivano dalla Siria ci spaventano ma poi ci ripetiamo che quelle sono questioni politiche, quelli che uccidono ce l'hanno con gli Stati Uniti, ma le nostre ragazze cosa c'entrano? Erano lì per portare dei biberon di latte».

Vanessa Marzullo e l'amica Greta Ramelli, residente nel Varesotto, entrambe poco più che ventenni, sono state rapite tra il 28 e il 29 luglio in Siria, dove erano andate a portare aiuti umanitari. Sono volontarie di un progetto che si chiama Horryati-Assistenza sanitaria in Siria. Un paio di settimane fa si era diffusa la voce che fossero in mano all'Isis ma è arrivata subito la smentita ufficiale.

Sulla vicenda comunque la Farnesina ha voluto sempre mantenere uno stretto riserbo per non compromettere le delicate trattative in corso per la liberazione delle giovani. «Dalla Farnesina si fanno sentire con regolarità ripetendoci che dobbiamo solo stare tranquilli, che è solo questione di tempo - ripete papà Marzullo -. Ci assicurano che il rapimento di Vanessa e Greta è un'altra cosa, ma stare così senza sapere nulla, diventa sempre più difficile, è come se sul cervello gravasse un tale peso di stress che si ha paura di non riuscire a sopportarlo».

La famiglia di Greta invece da tempo ha scelto la strada del silenzio assoluto. «Siamo tutti stretti ai genitori e al fratello di Greta - dice don Andrea Gariboldi ,il prete dell'oratorio di Gavirate, dove vive Greta, e suo insegnante di religione al liceo -. Ma dalla Siria e dall'Iraq continuano ad arrivare brutte notizie e di certo questo ci fa stare in pensiero e aumenta le nostre preoccupazioni». «So che le due mamme si sentono tra loro - spiega il papà di Vanessa -. Si telefonano spesso, si confortano a vicenda, sperando ogni giorno che arrivi la notizia che aspettiamo: anche io non vedo l'ora di poter rispondere a voi giornalisti, ma per dirvi che sì stanno tornando e che finalmente l'incubo è finito».

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