Province e città metropolitane
Il governo ottiene la «fiducia»

Al Senato, il governo incassa la fiducia sul maxiemendamento al Ddl Delrio che recepisce le modifiche apportate al testo dalla commissione Affari Costituzionali e le osservazioni della commissione Bilancio. Il ddl, che ora torna alla Camera, passa con 160 «sì», 133 «no».

Al Senato, il governo incassa la fiducia sul maxiemendamento al Ddl Delrio che recepisce le modifiche apportate al testo dalla commissione Affari Costituzionali e le osservazioni della commissione Bilancio. Il ddl, che ora torna alla Camera, passa con 160 «sì», 133 «no».

«Diamo la fiducia al ddl sulle province con convinzione, con la consapevolezza della responsabilità di questo gesto e con la serietà di chi si fa carico dei suoi doveri di governo, perché vogliamo fortemente che il cammino delle riforme vada avanti e sosteniamo l’ispirazione generale e la direzione di marcia del Presidente del Consiglio e dell’Esecutivo su questo tema. Il Parlamento, e il Senato soprattutto, deve dare al Paese il messaggio che su questi temi sensibili non rinvia, non s’impantana, non arretra dalle sue responsabilità». Lo ha detto il senatore Claudio Martini, vicepresidente del gruppo del Pd, nell’ annunciare il «sì convinto» dei democratici. «Di fronte a critiche che sono state spesso strumentali, noi stiamo dalla parte di chi guarda ai doveri del governare, facciamo la nostra scelta di campo. E questo - sostiene Martini - è il primo passo del piano delle riforme». . «Nel no a questo ddl - osserva Martini - si sono ritrovate opinioni diverse: no perché non cambia niente, no perché si aggredisce la democrazia, no perché non abolisce le province, no perché abolite le province quando il problema é tutt’altro. Oggi è preminente il messaggio politico: se non interveniamo tutto si ferma, significa che non c’è modo di uscire dalla palude» «Certo, - ammette Martini - non è provvedimento organico, ed è questo un elemento presente anche al governo. Ma sicuramente è un primo passo: abbiamo definito le funzioni di area vasta, è stato evitato il paradosso di dovere votare e poi sciogliere i consigli; abbiamo creato le condizioni per far partire le città metropolitane, abbiamo lavorato per le unioni comunali»

Con il voto del Senato sul maxiemendamento al Ddl Delrio sulle province il governo Renzi ottiene la sua quarta fiducia, dopo dopo aver incassato le prime due, programmatiche, il 25 febbraio scorso e quella - alla Camera - su decreto missioni.

Ecco il quadro dei voti di fiducia: Senato 25/02/2014 Governo 169 sì, 139 no, 0 astenuti.

Camera 25/02/2014 Governo 378 sì, 220 no, 1 astenuto.

Camera 13/03/2014 Dl Missioni 325 sì, 177 no, 2 astenuti.

Senato 26/03/2014 Ddl Delrio 160 sì, 133 no, 0 astenuti.

«Condivido nei contenuti la dichiarazione di voto del Gruppo per l’Italia ma alla fine il gruppo, pur criticando il disegno di legge, ha annunciato un voto favorevole solo perché è stata posta la fiducia. Io non concordo proprio su questo punto e non accetto di modificare il mio pensiero». Lo dice nell’ Aula del Senato il senatore popolare Maurizio Rossi che, in dissenso dai suoi, non dà la fiducia annunciando che in futuro potrà «tornare a votare disegni di legge qualora ne condivida i contenuti nell’interesse del paese» «Senza farmi condizionare come oggi dalla richiesta della fiducia» avverte Rossi. «Credo che la richiesta della fiducia - aggiunge Rossi - sia stata dettata dall’ostinazione e dall’arroganza. C’era la possibilità di ritirare un disegno di legge sbagliato, costoso per i cittadini, che lascia anche molti dubbi sulla sua possibile applicazione. L’indubbia abilità di questo governo di comunicare non è motivo sufficiente per modificare il mio voto per paura di apparire tra i difensori delle Province». «Il sistema degli enti territoriali va rivisto nel suo insieme partendo dalle Regioni, non dalle Province» conclude Rossi

«È finalmente cominciato il percorso per la trasformazione politico istituzionale del nostro Paese»: così il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi dopo il voto del Senato sulle Province.

«Forza Matteo siamo con te» scrive sul suo profilo Facebook.

«Le Provincie - sottolinea Guasticchi - sono state trasformate in enti di secondo livello. Rimarrò come presidente a titolo gratuito per gestire questo delicato passaggio fino al 31 dicembre del 2014. Poi - conclude Guasticchi - si passerà alla trasformazione del Senato ed al taglio di tanti enti inutili».

«L’approvazione del ddl Province e Città metropolitane da parte del Senato lancia una vera e propria sfida, quella della riorganizzazione degli enti locali, lì dove dovrebbe essere più forte e immediato il legame fra cittadini e istituzioni. Essa contempla una seria quanto necessaria riforma dello Stato che verrà affrontata in maniera organica nel progetto riformatore del Titolo V». Lo dice la vice presidente del Senato Valeria Fedeli che parla di un iter «i cui effetti positivi si vedranno nel lungo periodo, con un risparmio derivante dal riordino delle Province e che contiene importanti innovazioni sui piccoli Comuni con lo scopo di aumentare l’efficienza dell’amministrazione locale e garantire ai cittadini sempre migliori diritti e servizi, riducendo lo spreco di risorse pubbliche». «Per quel che riguarda le Città metropolitane - prosegue Fedeli - si tratta di una modifica inclusa in Costituzione che era rimasta sulla carta e che, invece, deve essere attuata per far fronte alla necessità di una guida ad aree socio-economiche che travalicavano i confini del singolo Comune».

«Per quel che riguarda le disposizioni sulle unioni o fusioni di Comuni si è proceduto a sanare una ferita democratica che era stata compiuta nel 2011 con il taglio di decine di migliaia di poltrone in piccole realtà dove i consiglieri comunali svolgono un ruolo di sostanziale volontariato. In questo modo - conclude Fedeli - si recuperano professionalità e competenze per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio che rappresenta la forza e l’orgoglio del nostro Paese».

«Il Governo Renzi sempre più con l’acqua alla gola. Solo il voto di fiducia ha salvato il ddl Delrio sulla falsa abolizione delle Province. Una falsa riforma, che produrrà più costi, poltrone e burocrazie e non abolisce questo Ente inutile. C’è una sola via d’uscita. Giovedì mattina, l’aula del Senato deve dare voto favorevole alla discussione urgente del disegno di legge costituzionale presentato dal Movimento 5 Stelle che prevede la reale abolizione delle Province» Lo dice il capogruppo di M5S Maurizio Santangelo che considera un eventuale accoglimento della richiesta di votazione urgente «il primo vero passo per cancellare veramente questo ente inutile» «I partiti alla prova del voto. La vera battaglia inizia ora!» conclude Santangelo.

«Il governo Renzi percorre una nuova strada con l’abolizione delle #Province. Il M5S, come al solito, si dedica al benaltrismo». Lo scrive su twitter il senatore del Pd Mario Morgoni, commentando il voto contrario del M5S al ddl Delrio.

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