Raccomandate inutili dal Comune
«Siamo cittadini, non sudditi»

«Siamo cittadini, non sudditi. Invece di mandarmi due raccomandate per dirmi che occupavo abusivamente l’orto comunale, bastava contattarmi: era già stato liberato da tempo». Lo scrive un cittadino al Comune che, spiega il lettore, ha quasi quintuplicato il prezzo.

«Siamo cittadini, non sudditi. Invece di mandarmi due raccomandate per dirmi che occupavo abusivamente l’orto comunale, bastava contattarmi: era già stato liberato da tempo». Lo scrive un cittadino al Comune di Bergamo e alla nostra redazione. Lo aveva lasciato perché il Comune ha quasi quintuplicato il prezzo.

Il nostro lettore Ermanno ha scritto al Comune di Bergamo,

Area Risorse Finanziarie - Direzione servizi a rete e patrimonio

Servizio Patrimonio, ai capigruppo consiliari e a L’Eciodibergamo.it. Ecco la sua lettera:

«Ho ricevuto nello stesso giorno ben due raccomandate R.R., del tutto uguali l’una all’altra, aventi per oggetto “sgombero orto occupato senza titolo via Morali”.

Nella suddette raccomandate mi si intima lo sgombero entro 10 giorni dell’orto che io occuperei abusivamente. A questo scopo l’Amministrazione Comunale – Servizio Patrimonio – ha attivato nei miei confronti “il procedimento amministrativo per il rilascio dell’orto comunale, nonché il procedimento per il recupero coattivo del credito e spese”.

A questo proposito intendo precisare quanto segue:

1) Il sottoscritto non ha mai occupato abusivamente l’orto in questione. Per quanto riguarda l’ultimo anno in cui l’ho coltivato, è stato nel 2013, del tutto regolarmente, previo pagamento della quota richiestami dal Comune di Euro 50.70, come risulta dal versamento effettuato alla Banca Popolare di Bergamo in data 21.03.2013.

2) Il Comune di Bergamo, senza l’ombra di un solo preavviso al sottoscritto e prima della scadenza annuale del contratto in vigore, ha cambiato le carte in tavola chiedendo per la conduzione di quel microorto di pochi metri quadri (peraltro poco produttivo perché tutto all’ombra), un contributo triennale di 242 euro, una domanda in carta legale, una caparra di 50 euro, oltre ai soliti 50 euro e rotti di contributo annuale.

3) Stando così le cose, alcuni affittuari degli orti hanno protestato, hanno chiesto la sospensione dei provvedimenti, hanno domandato un incontro. Il Comune e chi lo rappresenta non ha risposto.

4) A questo punto il sottoscritto ha semplicemente ritenuto di non accettare le nuove condizioni, e quindi non ha fatto domanda di assegnazione dell’orto. Conseguentemente, a partire da novembre (quattro mesi prima della scadenza dell’affitto pagato a marzo del 2013, altro che occupazione abusiva!)) l’orto che mi era stato assegnato è completamente libero, per quello che mi riguarda. Nel relativo box per gli attrezzi vi sono le chiavi. Io non occupo abusivamente nulla.

5) A questo punto mi chiedo: Invece di mandarmi due raccomandate RR nella stessa data e dal contenuto identico, era così complicato avere un primo rapporto con gli interessati? O questo è chiedere troppo?

Per finire, consentitemi una considerazione: c’è qualcuno nelle alte sfere dell’amministrazione comunale che nei comportamenti mostra di ritenere gli abitanti di Bergamo non cittadini democratici, ma sudditi dell’impero, e per questo sfodera ridicolmente gli artigli. Ma per la vostra stessa credibilità, accettate un consiglio: cercate di essere meno ridicoli.

Per quanto riguarda infine le nuove norme relative agli orti, rimango del mio parere che, se si vuole venire incontro alle esigenze di anziani da inserire meglio nella vita sociale, siano troppo onerose e profondamente sbagliate».

Ermanno L.

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