«Riuscii a fuggire, gli altri 43 no»
Tensione ma zero incidenti a Rovetta

Ferdinando Caccioli, classe 1929, abita ad Anagni (Frosinone) e ogni anno torna a Rovetta per ricordare i 43 suoi compagni della Legione Tagliamento. Quel 28 aprile 1945 sarebbe stato fucilato anche lui dai partigiani contro il muro del cimitero se non fosse riuscito a scappare.

Ferdinando Caccioli, classe 1929, abita ad Anagni (Frosinone) e ogni anno torna a Rovetta per ricordare i 43 suoi compagni della Legione Tagliamento. Quel 28 aprile 1945 sarebbe stato fucilato anche lui dai partigiani contro il muro del cimitero se non fosse riuscito a scappare.

«Allora - racconta - avevo 17 anni, come molti degli altri. Eravamo nel Plotone della 6a Compagnia del Il Battaglione, Legione Tagliamento, al comando del sottotenente Roberto Panzanelli. Io riuscii a scappare dalla finestra del bagno della scuola elementare di Rovetta, dove eravamo stati rinchiusi dalla sera del 26 aprile dopo esserci arresi e consegnate le armi. Eravamo prigionieri, ma non ci trattarono bene. Io avevo capito che avremmo fatto una brutta fine».

È una cronaca difficile quella della giornata di ieri, anticipata da polemiche, interpellanze parlamentari, incontri con il prefetto Francesca Ferrandino, che non ha ritenuto opportuno vietare la manifestazione. Per ricordare i 43 militi della Legione Tagliamento uccisi il 28 aprile 1945, al cimitero del paese seriano erano presenti oltre un centinaio tra reduci della Repubblica sociale italiana e simpatizzanti fascisti.

Lungo via De Gasperi, altrettante persone tra rappresentanti dell’Anpi provinciale, del gruppo dei Ribelli della montagna e dell’Azione antifascista di Brescia con bandiere rosse, tricolori e una dell’Unione europea. Per evitare il contattato tra i gruppi, gli uomini della polizia e dei carabinieri, presenti con numerosi mezzi e in assetto antisommossa. Intorno alle 12,30 tutti hanno lasciato la zona senza che si siano registrati incidenti. Qualche momento di tensione si è avuto quando i Ribelli e i giovani neofascisti, a distanza, si sono rivolti ingiurie, gesti volgari e saluto romano; un’auto, invece di rallentare, ha accelerato rischiando di mettere sotto qualcuno, ma per le forze dell’ordine si è trattato di una persona estranea alla manifestazione. L’Anpi provinciale ha preannunciato che presenterà denunce per apologia del fascismo.

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