Sci e ciaspole fuoripista con le guide
per conoscere la montagna d’inverno

Piste addio: è l’ora del freeride. Importato dalle montagne americane, lo sci in neve fresca ha fatto esplodere la tendenza al fuoripista, aperta dallo snowboard. E il ritorno alla natura ha moltiplicato i ciaspolatori.

Piste addio: è l’ora del freeride. Importato dalle montagne americane, lo sci in neve fresca ha fatto esplodere la tendenza al fuoripista, aperta dallo snowboard. E il ritorno alla natura ha moltiplicato i ciaspolatori.

Paradisi fruscianti riservati un tempo solo agli scialpinisti che non temono la fatica della salita sono diventati accessibili anche dagli impianti di risalita: tecnologia dei materiali e design degli sci hanno infatti reso possibile avventurarsi fuori dai percorsi tracciati a un maggior numero di sportivi in cerca di adrenalina e di montagna «vera».

La tecnologia ha ridisegnato e reso popolari le vecchie e scomode «racchette da neve» trasformandole in ciaspole sempre più leggere e manovrabili. Il plus della ciaspola è unire l’immersione nel- le cime al low cost e alla facilità d’uso.

Insomma, il deserto bianco si è popolato e sono cominciati i problemi di sicurezza. «Lo straordinario innevamento di quest’anno e la cadute di valanghe hanno reso più urgente un cambio culturale - sostiene Luca Biagini, presidente del Collegio Guide alpine e maestri di alpinismo della Lombardia con 350 aderenti - che le guide vogliono aiutare».

Occorre che circolino più informazioni corrette sulla montagna d’inverno, sulla reale consistenza e tipologia dei rischi che si corrono: «Il pericolo esiste sempre - afferma Biagini -, non bisogna blindare la montagna, ma ridurre il rischio». In collaborazione con l’assessorato allo sport di Regione Lombardia le guide (www.guidealpine.lombardia.it) hanno promosso per la prima volta a Madesimo in Valtellina una giornata di formazione sulla montagna d’inverno, alla quale ha partecipato anche l’assessore regionale allo sport Antonio Rossi.

«La montagna lombarda - afferma Rossi - è bellissima e severa e per viverla da sportivi occorre saper leggere i bollettini delle valanghe, imparare a interpretare terreno e meteo, usare attrezzatura idonea, non andare oltre i propri limiti. Le guide, che hanno patentino regionale, sono i professionisti della montagna e come Regione condividiamo e supportiamo il loro lavoro per diffondere una cultura della montagna adeguata».

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