Siringhe e degrado a Boccaleone
sulla strada dove passano i bimbi -Video

Prima via Bonomelli (dove lo spaccio continua inesorabile), poi via Paglia. E ancora, piazzale Marconi, via San Giorgio e via Quarenghi: droga di tutti i tipi scorre a fiumi per le strade della città.

Anche a Boccaleone il problema persiste. L’offerta è sotto gli occhi di tutti, anche perché evidentemente c’è molta richiesta, e quasi sempre si materializza nelle sembianze di un giovane uomo di origine nordafricana. E allora capita che nel tardo pomeriggio di una giornata di fine ottobre, quando il buio inizia a prendere il sopravvento e tutto è diventa più oscuro, nei pressi della semicentrale via Pascoli, la domanda d’approccio sia sempre la stessa: «Hei, vuoi fumo, quello buono?».

Non si capisce come scelgano i potenziali clienti. Probabilmente l’esperienza gli avrà insegnato qualcosa. Ma ci si chiede se non abbiano il terrore di imbattersi in un poliziotto in abito borghese, che farebbe finire il loro commercio illegale. Il prezzo lo fa lui: «Quanto ti serve, dieci euro?», e mostra un pezzo di fumo, probabilmente qualche grammo. Un secondo dopo, con un morso secco e preciso ne strappa un pezzo e lo mostra orgoglioso. Il tutto avviene camminando, sotto le folte e rassicuranti chiome degli alberi della via. Al rifiuto, il pusher sembra addirittura infastidito, borbotta qualcosa in arabo, probabilmente qualche imprecazione, e attraversa di gran carriera. Il tempo è denaro e da qualche parte qualcuno avrà bisogno del suo «aiuto».

Ma le cose sembrano essere ancora peggiori due chilometri più a Sud, in zona Boccaleone. Qui, fra villette unifamiliari, piccole palazzine dal sapore retrò e palazzoni che fanno tanto colata-di-cemento, nel passaggio che sovrasta la ferrovia e conduce in via Rovelli, sono eroina e cocaina le regine incontrastate.

Quando splende ancora il sole, tutto sembra essere noiosamente normale. Un ponte pieno di graffiti e frasi di ogni tipo, mamme e nonne con i nipotini che escono da scuola e che percorrono quel tratto di città per andare a casa. Ma a terra i segnali sono inequivocabili: stagnole bruciate, usate per scaldare le dosi di cocaina e eroina e inalarne i fumi o scioglierle e iniettarle. Sporgendosi e guardando nelle sterpaglie che costeggiano la ferrovia, lo spettacolo è desolante. Il degrado e la sporcizia si uniscono ad alcune confezioni di siringhe, segno del passaggio dei tossici.

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