Stazione, è sempre un caos
Continua la beffa degli ascensori

Bei tempi quelli in cui i treni arrivavano, puntualmente, in ritardo. E ci si lamentava - ah, bei tempi - solo di quello, cioè del fatto che fossero sempre in ritardo. Perché a Bergamo, da qualche anno a questa parte, il tema degli orari ballerini non è che un rumore di sottofondo.

Bei tempi quelli in cui i treni arrivavano, puntualmente, in ritardo. E ci si lamentava - ah, bei tempi - solo di quello, cioè del fatto che fossero sempre in ritardo. Perché a Bergamo, da qualche anno a questa parte, il tema degli orari ballerini non è che un rumore di sottofondo.

A fare imbestialire le persone, purtroppo, c’è dell’altro. Tanto altro. Non ultimo, ieri sera, l’ennesimo disservizio: gli ascensori fuori uso. Il pulsante di chiamata è perennemente acceso. Se lo premi, non si muove nulla: l’ascensore rimane lassù, ancorato al piano dei binari. È la beffa che si aggiunge a tutte le altre: a una stazione che è un labirinto di pannelli in compensato, a un dedalo di indicazioni per le rotaie e la biglietteria, agli schermi con gli orari che due volte su tre non funzionano. «Ascensore in manutenzione, ci scusiamo per il disagio» recitano i cartelli, firmati da Centostazioni, appesi alle porte. Bei tempi quando l’unico problema era il treno in ritardo.

Già, perché poco più di due settimane fa era esploso il caso del gruppo «Al di là del mio naso c’è»: composto da ragazzi disabili e non era partito da Arcene per visitare Città Alta. Ebbene, anche in quell’occasione i tre elevatori erano fuori uso, con l’incubo delle barriere architettoniche che si era presentato in tutta la sua gravità. La soluzione? Sollevare le persone in carrozzella e portarle su (e giù) per le scale. La vicenda aveva suscitato lo sdegno della città.

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