Aperta la variante di Zogno: «Nuova stagione di sviluppo per la valle» - Foto e video

La benedizione e la presenza delle istituzioni ma niente taglio del nastro: via libera all’opera tanto attesa per la viabilità della Val Brembana.

Dopo anni d’attesa è stata aperta questa mattina - lunedì 8 novembre - la variante di Zogno: 4,3 chilometri che consentono di bypassare l’abitato di Zogno, capoluogo della valle Brembana e lo svincolo di Ambria .

Dopo una breve benedizione da parte del parroco di Zogno, don Mauro Bassanelli , l’assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Terzi con le autorità presenti, ha percorso per prima l’opera. La prima auto è transitata poi alle 9,51 . Nonostante non fossero state annunciate cerimonie, proprio per via dell’estenuante attesa della valle per questa infrastruttura, l’assessore regionale Claudia Terzi , il presidente facente funzioni della Provincia di Bergamo Pasquale Gandolfi , il presidente di Confindustria Bergamo Stefano Scaglia e l’amministrazione comunale di Zogno con il sindaco Selina Fedi e il vicesindaco Giuliano Ghisalberti , hanno voluto comunque essere presenti al momento dello spostamento dei new-jersey .

«La Variante – ha detto Terzi – cofinanziata dalla Regione Lombardia con 61,1 milioni di euro su un totale di 76,7 milioni è un’opera strategica e attesa da tempo. Se non ci fosse stato l’impegno della Regione in termini finanziari e non solo, staremmo ancora parlando di un’opera incompiuta. Un traguardo a cui siamo arrivati anche attraverso difficoltà che nessuno nega, ma ora è importante guardare ai benefici che questa infrastruttura potrà generare».

«Un intervento – ha proseguito l’assessore - grande e complesso che migliora la fluidità nei collegamenti da e per la Val Brembana rendendola più accessibile per cittadini, lavoratori, imprese e turisti. Un intervento che, nel contempo, sgrava dal traffico l’abitato di Zogno. Miglioreranno la mobilità, la vivibilità del territorio, la qualità della vita».

La variante collega la località «Grotte delle Meraviglie» alla località «Madonna del Lavello» nella frazione di Ambria. Sono stati realizzati due tratti a cielo aperto di 2.180 metri e due gallerie naturali: la galleria Inzogno di 654 metri e la galleria Monte di Zogno di 2.211 metri.

«La variante di Zogno è finalmente realtà. Un’opera di fondamentale importanza, fortemente attesa dalla popolazione della Valle Brembana, che ci consente di guardare al futuro della nostra valle con rinnovata fiducia e nuove speranze» spiega Vittorio Milesi, vicesindaco di San Pellegrino Terme. «Ripartiamo da qui con coraggio e determinazione per costruire ed essere protagonisti di una nuova stagione di sviluppo per la valle».

Proprio nei giorni scorsi, al fotofinish, sono arrivate in Via Tasso le ultime, necessarie certificazioni relative agli impianti, che hanno permesso all’ente di prendere in consegna il tratto stradale ed emanare l’ordinanza che ufficializza quanto annunciato già da qualche tempo.

I lavori della variante di Zogno erano iniziati nell’estate del 2011, affidati all’impresa «Itinera» di Tortona per 44 milioni di euro. Ma il primo progetto risaliva addirittura al 1992, poi rivisto totalmente nel 2000 e aggiornato a inizio 2011. Dopo tre anni di lavori però tutto si era fermato: i soldi non bastavano. La Regione trovò altri 33,1 milioni (alla fine il costo è stato di 76,7 milioni, ci cui 61,1 arrivati da Milano), affidando la gestione dell’opera a Infrastrutture Lombarde. La nuova gara fu vinta dalla Collini di Trento, che ha ripreso i lavori nell’ottobre 2019 e ha lasciato l’area di cantiere circa un mese fa.

Guarda qui il video del passaggio nella variante di Zogno appena aperta:

Le ultime settimane sono state dedicate al test (con tanto di fumogeni e finte code) e alla messa a punto degli impianti necessari per garantire la sicurezza. Qualche ultimo affinamento occorrerà probabilmente anche dopo l’apertura, ma intanto è arrivato il via libera: da oggi sarà operativa anche la sala di controllo da remoto, attiva «h 24» da L’Aquila, come per le altre gallerie provinciali .

All’imbocco della nuova variante ha protestato anche qualche rappresentante del Comitato per l’ospedale di San Giovanni Bianco.

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