«Voi siete disabili, non entrate»
Trevigliesi cacciati dal cantiere Expo

Tre trevigliesi spediti a casa, entrati i 7 non disabili. Avrebbero dovuto allestire una fioriera aromatica. «Una vergogna, i permessi li avevamo già ottenuti»

«Voi sette potete entrare, ecco qui i vostri badge. Invece per voi tre non c’è nessun permesso: dovete tornare a casa perché siete disabili». Se non avessero assistito di persona alla scena, difficilmente ci avrebbero creduto. Ieri mattina Stefano Cerea e Davide Ambivero, entrambi di Treviglio e rispettivamente presidente nazionale dell’associazione italiana dei direttori e tecnici dei pubblici giardini e presidente della cooperativa Insieme, hanno raggiunto di buon’ora il cantiere di Expo per allestire otto fioriere nella zona appena oltre il varco principale dell’esposizione universale in un progetto sulla biodiversità che prevede un «biotour d’Italia».

Con loro c’erano 6 tecnici comunali arrivati da tutta Italia e iscritti all’associazione presieduta da Cerea e tre fioristi della cooperativa Itaca: una ragazza con la sindrome di Down e un ragazzo e una ragazza con lievi problemi mentali. Ma lì non perché disabili, quanto piuttosto perché tutti e tre esperti di giardinaggio, attività con la quale hanno a che fare tutti i giorni alla cooperativa trevigliese (assieme a una trentina di disabili e una sessantina di volontari). Anche loro come volontari, avrebbero voluto dare una mano nel cantiere Expo. Avrebbero, per l’appunto. Perché è stato impedito loro di entrare proprio perché disabili.

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