Commercio, i sindacati ai Comuni
«Niente aperture il 1° Maggio»

No alle aperture del Primo Maggio. Le categorie del commercio di Cgil, Cisl e Uil Bergamo chiedono ai Comuni di non concedere permessi ai centri commerciali.

No alle aperture del Primo Maggio. Le categorie del commercio di Cgil, Cisl e Uil Bergamo chiedono ai Comuni di non concedere permessi ai centri commerciali.

Filcams, Fisascat e Uiltucs di Bergamo hanno scritto in questi giorni a tutti i Comuni nei quali sia presente un centro commerciale, per chiedere che siano negati i permessi di apertura il Primo Maggio. «Per il movimento dei Lavoratori – si legge tra l'altro nella lettera -, il Primo Maggio, individuato dalla nostra Costituzione Repubblicana come elemento fondativo dello Stato e della Società, rappresenta l'occasione unica di un momento di aggregazione ed appartenenza in un momento in cui il Lavoro attraversa uno dei momenti più critici nella nostra storia; in quest'ottica, l'assimilazione del Primo Maggio ad una normale giornata di attività e di consumi rappresenta uno svilimento del suo valore».

È infatti successo che alcuni Centri della provincia abbiano chiesto di poter aprire anche nel giorno della Festa del Lavoro, in deroga alla legge Regionale, che «prevede una programmazione ed una pianificazione dell'offerta commerciale sul territorio, anche in funzione di non gravare il territorio stesso di disagi e costi sociali non previsti, che nel caso di una ulteriore e immotivata deroga possono sicuramente prodursi».

«Da più parti infatti – scrivono Agazzi, Citerio e Regazzoni - riceviamo notizia di richieste da parte dei gestori delle gallerie commerciali e centri della grande distribuzione ai Comuni interessati circa la possibilità di aprire il 1° maggio. Esprimiamo sin da ora la netta contrarietà ed il parere negativo riguardo a dette richieste. La regolamentazione regionale va nella direzione di una liberalizzazione ulteriore delle possibilità di aperture domenicali, limitando e vincolando al contempo sulle aperture festive individuando in esse quei momenti aggreganti di tutta la Società civile così necessari in un'epoca di disgregazione dei legami sociali».

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