Latte: Coldiretti contraria
agli accordi «fuori dal coro»

La Coldiretti di Bergamo prende nettamente le distanze dagli accordi per il prezzo del latte sottoscritti autonomamente da alcuni gruppi di produttori. «Tali intese - spiega l'associazione - prevedono condizioni assolutamente fuori mercato e, di fatto, rompono il fronte del mondo agricolo, indebolendo la parte degli allevatori in sede di trattativa. Non solo sottolineiamo con fermezza la nostra estraneità agli accordi firmati “fuori dal coro” – afferma il presidente della Coldiretti Bergamo Giancarlo Colombi - ma riteniamo anche che il prezzo spuntato da questi accordi sia molto lontano dalla realtà. Ci sono infatti tutte le condizioni affinché il latte alla stalla venga valorizzato secondo ben altri parametri».

La Coldiretti bergamasca evidenzia che il prezzo del Grana Padano da molto tempo sta seguendo un andamento positivo. Anche l'ultima rilevazione dell'Ismea (Istituto per il mercato agricolo alimentare) ha confermato l'ennesima crescita delle quotazioni che va avanti ormai senza interruzioni da oltre due mesi. Una tendenza rilevata su tutte le principali borse merci, da Milano a Mantova, da Cremona a Parma e Reggio, e che riguarda oltre al Grana anche il Parmigiano Reggiano. «Gli aumenti dei prezzi medi all'origine per questi formaggi – rileva Coldiretti Bergamo - vanno avanti a percentuali di due cifre: più del 27 per cento per il Parmigiano e oltre il 18 per cento per il Grana, rispetto allo stesso periodo del 2009. Un trend che non può non riflettersi sul prezzo del latte alla stalla».

«Accettare accordi che non tengano conto di questa situazione – precisa il direttore della Coldiretti Bergamo Lorenzo Cusimano - non è solo un atto di miopia imprenditoriale, ma anche una scelta che danneggia tutti gli allevatori che da tempo stanno chiedendo una giusta remunerazione per il loro lavoro, soprattutto in un momento in cui i costi dei fattori della produzione stanno registrando ulteriori aumenti. Queste scelte rischiano di ripercuotersi anche sui consumatori in quanto si sta andando nella direzione di indebolire e smantellare il sistema di produzione italiano e di aprire le porte a latte di cui non si conosce l'origine e la qualità».

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