La ripresa economica continua
Produzione in crescita del 5,8%

La ripresa economica prosegue in provincia di Bergamo anche nel terzo trimestre del 2010 ma con minore slancio rispetto all'immediato passato. E' in rallentamento la dinamica trimestrale (+0,9 per cento), contro un risultato addirittura negativo in Lombardia. Su base annua la produzione è in crescita del 5,8 per cento, una variazione di poco inferiore a quella dell'indagine precedente.

Lo rileva una statistica della Camera di Commercio di Bergamo nella quale si legge: «Bisogna ricordare che i dati del periodo giugno-settembre sono sempre di difficile lettura: i trattamenti statistici della “destagionalizzazione” non sempre riescono a interpretare correttamente la dinamica della produzione durante il periodo estivo, tanto più se alle chiusure di agosto si sovrappongono periodi di sottoutilizzo del lavoro e degli impianti. E tuttavia anche altri indicatori (fatturato, ordini, aspettative, tasso di utilizzo degli impianti e i risultati della produzione nell'artigianato) dicono di una minore intensità della ripresa alle soglie dell'autunno. Un rallentamento del tasso di crescita non è sorprendente nella fase iniziale di risalita; dopo il rimbalzo dal fondo, il ciclo risente di oscillazioni e irregolarità. Ma certo si conferma che la ripresa non ha ancora un passo lungo e sicuro; e non è escluso che possa perdere vivacità negli ultimi mesi dell'anno. Le aspettative di breve periodo rivelano una buona dose di prudenza o di incertezza».

«Si nota una certa eterogeneità nelle reazioni alla crisi degli operatori - prosegue la nota -. Vi sono imprese medio grandi e internazionalizzate che stanno probabilmente beneficiando – pur con un tasso di cambio dell'euro diventato nel frattempo sfavorevole - del ritmo sostenuto della domanda, soprattutto nei mercati asiatici e nei Paesi emergenti; imprese più piccole e più dipendenti da un mercato interno debole che stanno invece ancora soffrendo. E d'altra parte vi sono grandi società in difficoltà e piccole aziende che stanno agilmente inserendosi in nuovi promettenti mercati».

«L'orizzonte non è privo di elementi di incertezza: la dinamica degli ordinativi non è in accelerazione, la probabile evoluzione nel breve termine del tasso di cambio dell'euro non aiuta l'export, le politiche fiscali restrittive adottate simultaneamente dai paesi dell' Unione Europea rischiano di indebolire la domanda interna, la forbice tra prezzi delle materie prime e dei prodotti finali restringe i margini delle imprese. Sul versante del lavoro il quadro è variegato. L'occupazione è ancora in calo ma non in peggioramento nell'industria. L'artigianato registra un inaspettato segno positivo nella dinamica degli addetti. L'utilizzo della Cassa integrazione è ancora elevato ma si sta riducendo progressivamente nell'industria e anche nell'artigianato che usufruisce della Cassa in deroga. Le attese sull'occupazione sono ancora in prevalenza negative. E questo si ripercuote sulla persistente debolezza dei consumi e sulla dinamica ancora negativa del giro d'affari delle imprese del commercio e dei servizi. Le vendite del commercio al dettaglio a Bergamo sono in flessione rispetto ad un anno fa di mezzo punto percentuale. Si confermano risultati in miglioramento nel commercio non alimentare (+2,8 per cento) ma ancora negativi nell'alimentare (-6,4 per cento) e nella distribuzione moderna non specializzata (-3 per cento), nonostante un primo spunto positivo emerga a livello regionale. L'edilizia non sta recuperando e il suo giro d'affari è inferiore di circa 3 punti ai livelli già scarsi di un anno fa, a Bergamo come in regione. Nei servizi buoni spunti provengono dai trasporti, dai servizi alle persone e da alcune tipologie di servizi alle imprese. Bar, alberghi e ristoranti, più sensibili alla dinamica dei consumi finali, registrano ancora cali delle vendite. La debolezza del commercio e dei servizi e la situazione critica nelle costruzioni non sembrano al momento in grado di generare nuova occupazione in misura sufficiente a riassorbire il deflusso di addetti del manifatturiero».

«Gli addetti nel trimestre calano nel commercio (-0,3% a Bergamo, -0,4% in Lombardia), nell'edilizia (-0,6% a Bergamo, - 0,2% in Lombardia) e in misura solo più lieve anche nell'insieme dei servizi (-0,1% sia a Bergamo che in Lombardia). Il sistema delle imprese in provincia di Bergamo nel suo complesso si conferma tuttavia dinamico e in crescita, pur con una tendenziale erosione del comparto artigiano. Secondo i dati del Movimprese diffusi oggi le imprese registrate al 30 settembre 2010 in provincia di Bergamo sono 95.106, di cui 86.696 attive. Nel terzo trimestre dell'anno le nuove iscrizioni sono state 1.293 contro 939 cessazioni. Nel confronto con il terzo trimestre del 2009, le imprese registrate sono aumentate del +1%, quelle attive del +0,7%. Lo stock delle imprese operative è aumentato anno su anno in tutti i settori con l'eccezione della manifattura (-1,5%), del settore estrattivo (-1,6%), dell'edilizia (-0,5%) e dei trasporti (-1,4%). L'incremento si concentra quindi nei servizi del commercio all'ingrosso e al dettaglio (+1,2%), di alloggio e ristorazione (+2,6%), di informazione e comunicazione (+2,4%), nei servizi finanziari (+1,5%) e immobiliari (+1,5%), nelle attività professionali tecniche e scientifiche (+3,1%), nei servizi alle imprese (+5,3%), nelle altre attività dei servizi (+2,4%), nelle attività di intrattenimento, nell'istruzione e nella sanità. Nell'agricoltura la variazione è del +0,3% ; cresce sensibilmente anche il numero delle imprese operanti nel settore energia, gas, acqua . Il sottoinsieme delle imprese artigiane aumenta nel trimestre (grazie ad un saldo positivo tra 476 nuove iscrizioni e 418 cessazioni) e si porta a 33.916 imprese registrate, ma rispetto ad un anno fa è in flessione del -0,7%. Il calo è concentrato nel manifatturiero (-2,1%), nell'edilizia (-0,8%) e nei trasporti (-4,7%) e determina il saldo negativo, già citato, per l'insieme delle imprese di questi settori».

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