Mazzoleni: lo sviluppo a Bergamo?
Manca progetto di ampio respiro

Sono quattro i reattori dell'aereo Bergamo che fa rotta verso lo sviluppo: l'aeroporto di Orio al Serio, l'Università, le imprese e le banche. Peccato però che il velivolo voli a bassa quota: ci vorrebbe, infatti, un progetto di grande respiro che riesca a spingerlo verso l'alto.

Sono quattro i reattori dell'aereo Bergamo che fa rotta verso lo sviluppo: l'aeroporto di Orio al Serio, l'Università, le imprese e le banche. Peccato però che il velivolo voli a bassa quota: ci vorrebbe, infatti, un progetto di grande respiro che riesca a spingerlo verso l'alto.

Sarà forse perché la loro assemblea pubblica in programma lunedì prossimo (alla presenza del presidente nazionale di Confindustria, Emma Marcegaglia) si terrà nell'hangar dell'aeroporto di Orio, ma gli industriali bergamaschi si scoprono esperti di aeronautica: il «controllore di volo» Carlo Mazzoleni, presidente di Confindustria Bergamo, vorrebbe indirizzare il quadrimotore Bergamo verso quote più elevate ma il «pilota» Paolo Malvestiti, presidente della Camera di Commercio, vola - secondo la torre di controllo confindustriale - un po' basso.

Fuor di metafora, spiega Mazzoleni: «Il lavoro della Camera di Commercio, per quanto riguarda la routine e l'ordinaria amministrazione, prosegue con soddisfazione. Ad esempio, stiamo lavorando con la presidente Maria Teresa Azzola sul progetto di riorganizzazione di Servitec. Dunque, la nostra collaborazione con la Camera di Commercio è proficua e positiva».

Ma potrebbe essere fatto qualcosa di più. «Manca forse - aggiunge Mazzoleni - un progetto di ampio respiro, di traino e di spinta per tutto il territorio. Non suoni, questo, come una critica ma piuttosto come un suggerimento. Bisognerebbe sviluppare una capacità di visione un po' più alta rispetto all'ordinaria amministrazione».

«Noi, ad esempio, abbiamo consigliato di aggiornare gli studi dell'Ocse dai quali dieci anni fa erano scaturiti spunti e suggerimenti intelligenti che avevano portato a una serie di azioni utili per il territorio. Non è dunque questione di grandi infrastrutture come, ad esempio, potrebbe essere il collegamento ferroviario con Orio: non è questo che ci fa fare il salto di qualità».

«Oggi occorre lavorare molto sulla formazione, l'istruzione, la ricerca scientifica e l'innovazione: sono queste le strade obbligate. Il progetto vero è condividere un modello di sviluppo attorno al quale coagulare tutte le forze sociali. Ecco perché sarebbe utile un aggiornamento dello studio Ocse».

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