D'Aloia: «Entro sessanta giorni
piano industriale per Uniacque»

«Uniacque in collaborazione con l'Università di Bergamo sta redigendo il piano industriale: entro un paio di mesi sarà pronto». Lo ha detto il presidente del consiglio di amministrazione Gianni D'Aloia all'incontro con i sindaci.

Un incontro per parlare di Uniacque. «Un colloquio con gli azionisti dell'azienda», lo ha definito il presidente del Consiglio di Amministrazione Gianni D'Aloia, visto che, lunedì scorso, presso la sede del Popolo della Libertà di Bergamo, erano presenti soprattutto sindaci, ovvero coloro di Uniacque sono i proprietari.

«L'Amministratore Delegato si è riservato un po' di tempo per fare una fotografia dettagliata della situazione – ha dichiarato D'Aloia – In ogni caso, non restiamo con le mani in mano: in collaborazione con l'Università di Bergamo stiamo redigendo il piano industriale: entro un paio di mesi sarà pronto».

Tre sono i punti critici finora emersi dall'analisi del neo-presidente di Uniacque: «La scarsa integrazione fra i vari reparti (anche in vista di una fusione con BAS), la grossa carenza nei controlli e poi l'aspetto finanziario: l'azienda è nata e cresciuta senza un'adeguata dotazione di capitali e si è dovuta indebitare per acquisire i vari rami che oggi la costituiscono».

Un problema, quello delle risorse, cruciale per far funzionare l'azienda: «Ai sindaci che vengono a trovarmi per avere risposte sugli interventi chiedo pazienza – continua D'Aloia – La linea che stiamo valutando di seguire è quella di dare precedenza agli interventi più piccoli (da 100-150 mila euro), anche perché investimenti maggiori non siamo in grado di farne. In realtà, per offrire un servizio migliore altre sarebbero le priorità: oggi, ad esempio, abbiamo circa 50 impianti di depurazione, molti dei quali troppo piccoli per una gestione razionale delle risorse. È indispensabile trovare le risorse per realizzarne di più grandi».

Il fronte investimenti, non a caso, è fra i più spinosi: «Uniacque è nata con un capitale sociale di 120 mila euro: ciò significa che ciascun comune ha versato 500 euro – spiega D'Aloia – Con questa cifra non è possibile pensare di realizzare alcunché. Per questo sarebbe necessario intervenire sulla tariffa, in modo che al suo interno venga trovata una quota da destinare agli investimenti. Bisogna tener presente (e non tutti lo fanno) che Uniacque non si occupa solo di gestire il servizio, ma dovrebbe essere in grado di sistemare gli impianti e, soprattutto, realizzare i depuratori».

All'incontro erano presenti il coordinatore provinciale Carlo Saffioti e il suo vice, Pietro Macconi.

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