Uno scavo bergamasco
sulla cima del Monte Bianco

Potrebbe essere considerata un'attività di routine lo scavo di un pozzo verticale di una settantina di metri di profondità per la Edilmac, azienda di Gorle, ma è speciale perché è stata realizzata a 3.500 metri di quota nel massiccio del Monte Bianco.

Potrebbe essere considerata un'attività di routine lo scavo di un pozzo verticale di una settantina di metri di profondità per la Edilmac, azienda di Gorle che di questi tipi di lavori ne ha realizzati tanti, a livello internazionale, e con dimensioni ben più importanti.

La particolarità che rende questa perforazione - di circa due metri di diametro, che a opera finita diventeranno cinque - particolarmente degna di nota è il luogo in cui è stata realizzata: a 3.500 metri di quota, quella di Punta Helbronner, nel massiccio del Monte Bianco, l'intervento sul monte più elevato d'Europa rappresenta anche lo scavo di questo genere più «alto» mai realizzato nel nel nostro continente.

L'azienda di Gorle è stata impegnata tutto il mese scorso in questo lavoro che rappresenta un «unicum» a livello nazionale e forse anche internazionale per la realizzazione, molto impegnativa dal punto di vista tecnico.

Il lavoro bergamasco è un contributo essenziale per l'ammodernamento degli impianti di risalita verso le alte quote del versante italiano della montagna più alta d'Europa. Per renderli più moderni è stato avviato il progetto da 120 milioni di euro che vede la Regione Valle d'Aosta, il Comune di Courmayeur e la Società delle Funivie del Monte Bianco riunite nella cordata Cordee Mont Blanc.

L'intervento è stato realizzato, per installare un ascensore, con una fresa per fori verticali ed obliqui, un tipo di perforazione nel quale la Edilmac ha una riconosciuta specializzazione. «Siamo stati incaricati della realizzazione del pozzo che sta proprio nel corpo di Punta Helbronner, un corpo granitico con permafrost geomorfologicamente piuttosto delicato», ha raccontato Mario Maccabelli nel ruolo di supervisore del cantiere.

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