Industriali, Bombassei si candida:
rinnovare puntando sui giovani

Con un programma di dieci punti, pubblicato dal Corriere della Sera, l'imprenditore bergamasco Alberto Bombassei, vice presidente per le Relazioni industriali di Confindustria, si candida alla guida dell'associazione degli industriali.

Con un programma di dieci punti, pubblicato dal Corriere della Sera, l'imprenditore bergamasco e presidente della Brembo Alberto Bombassei, vice presidente per le Relazioni industriali di Confindustria, si candida alla guida dell'associazione degli industriali. Il documento è stato mandato ai membri di giunta e ai presidenti delle associazioni di Confindustria.

«Da tempo e in molti, ci interroghiamo se una grande nazione europea, come l'Italia, può continuare a cullarsi nella continuità, mentre il mondo cambia con una velocità vertiginosa - ha scritto nel documento riportato on line dal Corriere.it -. Chi come noi si confronta ogni giorno con le dinamiche internazionali sa che la risposta è no. Ebbene, il problema del nostro Paese è oggi racchiuso proprio in questa negazione. In altri termini, nello stato d'animo degli italiani è assente quella forza che – nonostante il rallentamento in corso – trainerà l'economia globale fuori dalla crisi».

«Dopo decenni di “prediche inutili” gli italiani stanno dolorosamente iniziando a comprendere che il loro Paese è un malato molto grave - continua Bombassei -. L'entità del nostro debito pubblico – vale a dire la nostra “malattia” – è il risultato di un processo al quale hanno partecipato, consapevolmente o no, tutte le categorie economiche e sociali nessuna esclusa».

Bombassei parla di lavoro e di nuove generazioni: «Ci troviamo di fronte a obiettivi che richiedono, tra le altre cose, un ruolo attivo del Paese e dei sistemi locali perché la conoscenza – a differenza del capitale o dei beni materiali – è una risorsa sociale. Purtroppo i nostri giovani non vedono più nella “fabbrica” una prospettiva di vita. Va emergendo una generazione sfiduciata, disillusa, che non s'impegna perché non trova sbocchi e non vede per sé un futuro. Da una parte abbiamo imprese che cercano giovani con professionalità che non trovano, dall'altra, scuole che stentano a trovare iscritti per formare le professionalità che servono. Dobbiamo fermare questo circolo vizioso».

In questa prospettiva, secondo l'imprenditore bergamasco, l'associazionismo rappresenta, oggi più che mai, un elemento indispensabile perché capace di operare come un vero e proprio soggetto collettivo. «Oggi, Confindustria deve affrontare i problemi che dividono cercando soluzioni condivise. Questo significa non limitarsi a mediare interessi, ma essere capaci di comporre interessi concorrenti. Un esercizio – da declinarsi sul piano locale e nazionale – che impone una rifocalizzazione sulla rappresentanza delle imprese».

Secondo Bombassei è ora il momento della «rifondazione»: «Sono convinto che, anche per noi, come per il Paese e i suoi diversi attori sociali, sia giunto il tempo delle scelte». E, come fatto più volte, Bombassei ha poi ribadito l'importanza dell'indipendenza che deve avere l'associazione che deve anche essere «ancora più professionale, meno burocratica, austera e autorevole». Ma anche più giovane: servono «le migliori risorse disponibili inserendone di nuove, giovani e di alto profilo, attingendo ai talenti disponibili nel sistema e nel Paese». «Non solo - continua Bombassei -, dobbiamo ossessivamente guardare al di fuori del nostro Paese. Un orientamento che comprende anche l'obiettivo di internazionalizzazione del nostro sistema produttivo da cui dipende, in ultima analisi, il futuro dell'Italia». 

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