Cup Treviglio: a rischio 9 persone
Agli utenti si risponde dalla Sicilia

«Si sacrifica il posto di lavoro di 9 persone per correr dietro a un'esternalizzazione a dir poco strana, per non dire poco economica». La questione riguarda la «soppressione» di 9 posti di lavoro al Cup dell'ospedale di Treviglio.

«Si sacrifica il posto di lavoro di 9 persone per correr dietro a un'esternalizzazione a dir poco strana, per non dire poco economica». La questione - evidenziata da un comunicato stampa della Cisl - riguarda la «soppressione» di 9 posti di lavoro al Cup dell'ospedale di Treviglio che, dal 2007, sono stati affidati, a seguito di un appalto, a una società esterna (oggi la Compass Group SpA, subentrata nel 2009) per la gestione del servizio prenotazioni e hostess all'interno del nosocomio della Bassa bergamasca.

Il problema nasce quando la Regione Lombardia affida tutte le risposte telefoniche dei Cup lombardi a un call center di Paternò, in Sicilia. Di conseguenza anche Treviglio, per non incorrere nelle ire della Corte dei Conti (almeno stando alle parole del direttore amministrativo Vincenzo Ciamponi) - dice sempre il comunicato stampa della Cisl - si è visto costretto a non rinnovare la convenzione, e quindi a lasciare senza lavoro le 9 impiegate, nonostante anche dall'interno dell'Ospedale sia stata più volte sollevata la necessità di salvare queste figure, indispensabili per un servizio all'altezza delle aspettative.

«Abbiamo effettuato numerosi incontri con la direzione - sottolinea Antonio Scaini, che per la Fisascat Cisl sta seguendo la vicenda - , e in più occasioni siamo riusciti almeno a prorogare l'incarico, che sarebbe scaduto già nello scorso ottobre, fino al prossimo 31 marzo. Più volte abbiamo chiesto all'Azienda Ospedaliera e alla Compass di valutare ipotesi e soluzioni alternative per le dipendenti, ma fino a oggi non è stato fatto niente: né ospedale, né società hanno individuato opportunità utili per non far perdere il lavoro a 9 persone».

La questione dei Cup (centri unici di prenotazione) - continua il comunicato stampa - è da qualche tempo al centro di una «battaglia» politica all'interno della maggioranza della Regione. Dopo aver affidato al call center di Paternò la gestione di tutti i Cup regionali, la stessa giunta ha da poco deciso di istituire anche a Milano un servizio di centralizzazione di tutte le chiamate, che dovrebbe essere attivo da giugno e che andrebbe a sostituire progressivamente il «collega» siciliano.

Per un paio d'anni, fino alla primavera del 2014, i due servizi saranno affiancati, fino a quando di fatto si procederà a privatizzare tutto il servizio. «È quantomeno assurdo - continua Scaini - che si spendano soldi pubblici per finanziarie operazioni logisticamente strane e che comportano la perdita di posti di lavoro sul territorio».

«Andremo davanti all'ospedale per una manifestazione di protesta, per dimostrare, insieme alle 9 ragazze "da licenziare", l'assurdità di questa decisione e per far sapere alle tante persone che affollano la struttura di Treviglio quanto stia a cuore l'occupazione e la qualità del servizio a quelli che governano la nostra Regione e i nostri ospedali».

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