Umania risolve problemi in 24 ore
Azienda di idee al «Km Rosso»

Trovano la soluzione in 24 ore, facendo lavorare gli altri. Si può sintetizzare così la ricetta del successo di Umania, l'azienda del Kilometro Rosso che si occupa di innovazione. I fondatori sono Angelo Rondi, Michele Bellani e Ferdinando Valenti.

Trovano la soluzione in 24 ore, facendo lavorare gli altri. Si può sintetizzare così la ricetta del successo di Umania, l'azienda del Kilometro Rosso che si occupa di innovazione. Ma andiamo con ordine, visto che anche i tre fondatori – Angelo Rondi, Michele Bellani e Ferdinando Valenti, amici dai tempi dell'Università – a «Twenty4you», il progetto che aiuta le imprese a trovare idee nuove in tempi brevi e mettendo intorno ad uno stesso tavolo clienti, tecnici, specialisti e designers, ci sono arrivati per gradi.

Nata nel 2008, Umania si è inizialmente occupata di progetti di design e studi di ergonomia. Del resto questo è proprio il settore di provenienza dei tre fondatori: disegnatori industriali con un master in ergonomia per formazione, e un'esperienza professionale maturata in multinazionali, studi privati e centri di ricerca.

«Il ruolo di designer – spiega Angelo Rondi - presenta l'aspetto fondamentale di entrare in un'azienda in maniera trasversale. Si interfaccia con il settore marketing, la produzione, la ricerca e sviluppo. Insomma una visione a tutto campo che ci ha permesso di sperimentare direttamente le esigenze e le difficoltà nella realizzazione di un singolo prodotto».

Nell'arco di quattro anni i progetti realizzati da Umania sono stati una cinquantina ma poi «abbiamo capito che non bastava più essere esperti di designer e ergonomia – prosegue Angelo Rondi – i progetti diventavano sempre più complessi e richiedevano competenze sempre più specifiche e diversificate. Il problema non era più solo la realizzazione di un prodotto, ma il governo e il coordinamento di tutto il progetto».

Ed è questa la nuova scommessa di Umania: mettere insieme competenze diverse perché dialoghino tra loro. È nato così Twenty4you. «Uno dei problemi è che le informazioni, anche nella stessa società, o non girano o, quando lo fanno, girano male. Nell'arco di una giornata – racconta Rondi – riuniamo quindi nella medesima sala esperti di materiali e di marketing, ingegneri, comunicatori, specialisti nella ricerche di mercato, psicologi, designers».

In questo modo Umania mette in contatto direttamente i propri clienti con i cervelli migliori in grado di rispondere alle loro esigenze. E insieme trovano la soluzione al problema. «A volte – racconta Rondi – nello stesso workshop sono presenti anche aziende concorrenti che, rispetto alle criticità, illustrano le risposte già individuate da loro. Si creano connessioni e scambi di informazioni che aiutano ad apprendere in maniera più veloce. E tutti portano un loro contributo».

Una metodologia che funziona. È stata applicata per realizzare i nuovi caschi da sci della Limar, la macchina da caffè di Saeco, e la domotica targata BTicino. Ma tra i propri clienti Umania annovera anche Honeywell, Same, Imetec, Teuco, Cefla impianti. E da poco si occupa anche del settore sanitario. L'azienda del Kilometro Rosso realizzerà un nuovo riunito odontoiatrico (il lettino del dentista corredato con tanto di strumenti) e sta partecipando ad un progetto europeo per l'ideazione di un'interfaccia (display, tasti, tutto quello con cui interagiamo per far funzionare un prodotto) che sarà applicata per la diagnosi e il dosaggio dei farmaci nelle patologie tumorali.

«Dobbiamo garantire – precisa Ferdinando Valenti, responsabile per Umania del progetto – l'utilizzo più immediato possibile e che richieda ai medici il minor tempo per impararlo». Oggi Umania conta su uno staff di 10 persone (project manager, formatori, psicologi) con un'età media di 35 anni e una rete esterna di 50 super esperti. 500 mila euro il fatturato 2011 che sarà raddoppiato quest'anno. E non conosce crisi.

«Anzi noi l'abbiamo sfruttata – conclude Angelo Rondi - Siamo nati in un momento in cui le aziende, se vogliono sopravvivere, sono obbligate a ripensarsi, a fare qualcosa di diverso. Gestiamo progetti, ma ancora prima le aiutiamo a capire come innovarsi. E lo stesso devono fare i singoli professionisti per stare sul mercato. Noi li mettiamo in contatto, monitorando continuamente i due mondi per garantire ad aziende serie, tecnici di eccellenza». In sostanza da giocatori sono diventati allenatori: il ruolo è cambiato ma, a quanto pare, il gol è comunque assicurato.

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