«Popolare», Jannone all'attacco:
toni entusiastici per risultati fittizi

Il presidente dell'Associazione Azionisti Ubi Banca, Giorgio Jannone, interviene sui dati della «semestrale» di Ubi Banca con un comunicato in cui si sottolinea che «si usano toni entusiastici per risultati fittizzi».

Il presidente dell'Associazione Azionisti Ubi Banca, Giorgio Jannone, interviene sui dati della «semestrale» di Ubi Banca con un comunicato in cui si sottolinea che «si usano toni entusiastici per risultati fittizzi».

«Dall'odierno comunicato UBI - scrive Jannone - si evince che l'utile netto è diminuito del 37% passando da 252 a 160 mln di Euro. È sorprendente notare che si enfatizza una crescita del 72% del così detto “utile netto normalizzato” che passa da 70 a 121 mln di Euro. Questa crescita è però dovuta esclusivamente al risultato connesso alla finanza straordinaria che passa da 7 a 105 mln di Euro. Tale risultato risulta dovuto all'utilizzo dell'LTRO di BCE, ossia il finanziamento a tasso agevolato all'1%, a cui UBI ha fatto ricorso per circa 12 mld di Euro».

«In sostanza - sostiene Jannone - UBI ha ottenuto risorse a tassi ultra agevolati da BCE e ha reinvestito tali denari in titoli con rendimenti maggiori, lucrando sulla differenza, rinunciando nel contempo a finanziare imprese e clienti come attesta il pesantissimo calo (-7,2%) degli impieghi, aggravato dal crollo della raccolta (-3,2 miliardi). La finanza straordinaria è quanto di più lontano possa esistere dalla gestione caratteristica ossia dalla vera missione della banca (raccolta e impieghi per la clientela)».

«Del resto - continua jannone - la dimostrazione lampante che questi risultati sono fittizi, e delineano un quadro preoccupante, sta nel fatto che l'unica soluzione prospettata dall'attuale vertice per ridurre le perdite è il contenimento dei costi del personale, già evidente nella semestrale, con un taglio medio di 300 persone, a cui si andrebbe ad aggiungere un'ulteriore riduzione di 1500 unità già annunciata ai mercati. Infatti se il miglioramento dei risultati della semestrale derivasse da un reale miglioramento della gestione, che senso avrebbe ridurre il personale in modo così doloroso? UBI dovrebbe, secondo la nostra associazione, al contrario, rifondare dalle basi la propria strategia di sviluppo, mirando a sviluppare i ricavi e a valorizzare le ottime professionalità interne che ben conoscono le potenzialità della clientela privata e delle imprese del territorio di appartenenza, potenzialità che l'attuale gestione di UBI ha sostanzialmente abbandonato a sé stesse».

«Sullo sfondo - conclude Jannone - permangono, infine, i gravi episodi di mala gestio che hanno pesantemente danneggiato gli azionisti e che ho personalmente denunciato ai presidenti Faissola e Zanetti affinché si aggiungano le dovute azioni, anche a carattere risarcitorio, alle ispezioni già in corso da parte delle Autorità e delle Istituzioni preposte».

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