Camera di commercio, la Cgil:
preoccupano le esternalizzazioni

Ai timori sulle esternalizzazioni espressi attraverso un documento scritto che la Rsu della Camera di Commercio di Bergamo ha inviato a dirigenza, dipendenti e sindacati, la Fp-Cgil provinciale risponde parlando di «condivisione di preoccupazioni».

Ai timori espressi attraverso un documento scritto che la Rsu della Camera di Commercio di Bergamo ha inviato a dirigenza, dipendenti e sindacati, la Fp-Cgil provinciale risponde parlando di «condivisione di preoccupazioni». Il tema è quello del processo di esternalizzazione di alcune funzioni dell'ente alla sua azienda speciale, Bergamo Sviluppo.

«Condividiamo - dice Gian Marco Brumana, segretario generale della Funzione Pubblica della Cgil di Bergamo - le preoccupazioni espresse, che rispecchiano quanto emerso chiaramente nel corso di recenti assemblee del personale e da sollecitazioni che noi stessi abbiamo ricevuto da dipendenti preoccupati delle scelte operate da giunta e consiglio camerale, oltre che da voci che si rincorrono sul ‘processo di autoriforma del sistema camerale', approvato dai presidenti delle Camere di Commercio nella loro recente assemblea annuale (Venezia, 28 ottobre 2012)».

«Più volte, come Funzione Pubblica CGIL, abbiamo denunciato la pessima modalità scelta da molti enti, anche nella nostra provincia, di esternalizzare compiti e funzioni proprie, con discutibili esiti sulla qualità dei servizi ai cittadini oltre che di precarizzazione del lavoro. Nei Comuni tali politiche hanno avuto spesso conseguenze negative sulla qualità e quantità dei servizi erogati ai cittadini. In Camera di Commercio tale fenomeno, sinora circoscritto alle funzioni essenzialmente di formazione affidate alla azienda speciale, si sono ultimamente ampliate. Ci riferiamo, in particolare, alla decisione di affidare progressivamente all'azienda speciale Bergamo Sviluppo funzioni di gestione e istruttoria dei bandi di concorso che negli anni scorsi venivano coordinati da uffici e personale camerale».

«Nel 2012, in questo settore,  si è assistito - scrive la Cgil - ad una ulteriore evoluzione. Sulla cifra complessivamente stanziata per ciascun bando di concorso a favore delle imprese, risulta che una percentuale di circa il 18% della cifra medesima venga destinata all'azienda speciale per  il ‘coordinamento delle attività, del monitoraggio dei progetti, nonché della rendicontazione'. Una scelta quantomeno discutibile. Quando questi compiti venivano gestiti in modo pressoché esclusivo da personale dell'ente  non comportavano alcuna detrazione di risorse a scapito dei destinatari (cioè delle imprese beneficiarie)».

«Risulta anche - prosegue il comunicato - che siano aumentati, in numero e risorse, i bandi che prevedono attività di formazione e consulenza da svolgere tramite le associazioni di categoria; per contro diminuiscono o si azzerano stanziamenti per contributi alle imprese in altri settori (ad esempio per interventi in campo ambientale, delle energie rinnovabili, della sicurezza). Ci chiediamo quali siano i criteri di efficacia di scelte che portano di fatto a diminuire le risorse a favore delle imprese, disperdendone una parte, piccola o meno piccola che sia, con modalità che possono forse soddisfare esigenze organizzative o associative, ma sicuramente meno le imprese».

Per la Cgil «nel  2012 gli uffici dell'ente, che sino a pochi mesi fa erano preposti in modo esclusivo alla gestione dei bandi per contributi alle imprese, hanno ricevuto e gestito molte meno domande di contributo da parte di imprese, rispetto allo stesso periodo del 2011. Quali sono le reali motivazioni, tenuto conto che non risultano carenze di organico tali da giustificare queste scelte? Le stesse perplessità emergono anche da altre attività camerali. Un progetto di collaborazione tra Ufficio marchi e brevetti dell'ente, azienda speciale  e Università, che doveva essenzialmente occuparsi di  garantire agli imprenditori consulenza tecnico-specialistica sulla attività di brevettazione, si sta di fatto allargando alla consulenza sui marchi; funzioni anche queste sinora tradizionalmente garantite da personale camerale che non ha avuto carenze di organico».

In questi ultimi anni - conclude il sindacato - «i dipendenti della Pubblica Amministrazione del nostro Paese hanno subito consistenti tagli agli stipendi reali. Tutto ciò non ha determinato una riduzione complessiva della spesa pubblica, degli sprechi, non ha aumentato i servizi, tantomeno la soddisfazione dei cittadini. Anzi molti sprechi sono stati indotti proprio dalla proliferazione di società in cui si è trasferito surrettiziamente una parte delle attività delle amministrazioni pubbliche. Forse è ora di non proseguire più su questa via».

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