La crisi torna pesante
«Cassa» ancora in crescita

Il bilancio 2012 della cassa integrazione è migliore rispetto al 2010. Ma se nel 2011 la corsa agli ammortizzatori sociali aveva provato a rallentare il passo, nell'anno appena chiuso la crisi del lavoro è tornata a farsi pesante.

Il bicchiere mezzo pieno dice che il bilancio 2012 della cassa integrazione è migliore rispetto al 2010, anno nero: 33,6 milioni di ore richieste contro i 41,6 milioni di allora. Il bicchiere mezzo vuoto dice però che se nel 2011 la corsa agli ammortizzatori sociali aveva provato a rallentare il passo, nell'anno appena chiuso la crisi del lavoro è tornata a farsi pesante.

Secondo gli ultimi dati Inps, infatti, il 2012 si è chiuso con un incremento del 34% delle ore di cassa integrazione richieste dalle nostre aziende. Significa 8,5 milioni di ore in più. Un trend sostenuto da aumenti a doppia cifra distribuiti in diversi mesi dell'anno, compreso dicembre, che da solo ha fatto segnare un incremento del 79% a 2,9 milioni. E siamo nettamente sopra la media, sia nazionale, che ha riportato un incremento del 12% a oltre un miliardo di ore, sia regionale, dove la crescita si è fermata al 7,5% a 238 milioni di ore.

Va sempre ricordato che si tratta di richieste massime, ma il balzo bergamasco non può non allarmare. Tanto più che a fare la parte del leone è la cassa integrazione ordinaria che in tutto il 2012 ha sfiorato i 14 milioni di ore richieste, più che raddoppiate rispetto all'anno precedente. Arretra di poco, il 4% in meno pari a un calo di 483 mila ore, la cassa integrazione straordinaria. Cresce invece la cassa in deroga, con un incremento quasi del 29% a sfiorare gli 8 milioni di ore richieste.

Le tendenze che emergono sono quindi due. Da una parte l'aumento del ricorso alla cassa integrazione per cali di ordini giudicati congiunturali e che quindi si spera di poter recuperare nei prossimi mesi. Dall'altra la crescita della domanda di cassa in deroga è sintomo della difficoltà sempre più accentuata delle piccole imprese, che di per sé non avrebbero la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali tradizionali, oltre che di situazioni strutturali che hanno ormai esaurito anche la scorta di cassa straordinaria disponibile. Quanto a quest'ultima, sull'anno il bilancio mostra un calo.

Ma 11,7 milioni di ore sono comunque indice dell'estrema difficoltà in cui versa il manifatturiero. L'analisi per settori mostra poi il volto di una crisi che ha investito soprattutto la meccanica, ovvero una delle colonne portanti della nostra industria. Solo nella cassa ordinaria la meccanica ha totalizzato 5,3 milioni di ore. A queste vanno aggiunti quasi 3 milioni di ore di straordinaria e 1,2 milioni di ore di cassa in deroga.

A conti fatti sono quasi 9,5 milioni di ore, ovvero più di un quarto del totale solo a carico di questo comparto. Anche il tessile continua a non passarsela bene con quasi 1,9 milioni di ore di ordinaria, quasi 3 milioni di ore di straordinaria e quasi 1,4 milioni di deroga solo nell'industria. E tra i grandi numeri fa capolino la chimica: 1,3 milioni di ordinaria e 1,1 milioni di straordinaria, numeri pesanti per un settore che viaggiava controvento.

Silvana Galizzi

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