Convegno Fondazione Italcementi
Europa in stallo, in primis l'Italia

«Oggi l'Unione Europea si trova in una posizione di stallo che sembra impedire l'adozione di strumenti e misure necessarie a far fronte alla più grave crisi economica del Dopoguerra». Così Giovanni Giavazzi, presidente della Fondazione Italcementi.

«Oggi l'Unione europea si trova in una posizione di stallo che sembra impedire l'adozione di strumenti e misure necessarie a far fronte alla più grave crisi economica del Dopoguerra. Che dalla crisi dell'Eurozona nascano elementi di accelerazione verso nuove e più efficaci forme d'integrazione che ci permettano di superare questo difficile momento, è elemento essenziale per uscire realmente dall'attuale fase di generale preoccupazione».

Così Giovanni Giavazzi, presidente della Fondazione Italcementi, nel discorso di apertura dell'annuale convegno. Per Giavazzi «soprattutto è solo un soprassalto di coesione, risoluzione e completezza di azioni, che deve e può far superare le complesse prospettive odierne».

«L'Italia ha un enorme problema di crescita. Siamo il Paese sviluppato che negli ultimi anni è cresciuto meno in termini di produttività. Il motivo della nostra crisi produttività è legato al crollo dell'export degli anni Novanta-Duemila, a sua volta collegato alle svalutazioni degli anni '70 e al fatto che non si è invece puntato sull'innovazione. Stiamo soffrendo una crisi di astinenza dalla droga delle svalutazioni. Di questa crisi astinenza si può anche morire, ma se la superiamo avremo delle aziende più solide, tecnologiche, intraprendenti, in grado di sopravvivere sul mercato internazionale». Lo ha sottolineato l'economista Luigi Zingales, nel corso del convegno annuale di Italcementi.

«Le colpe del nostro ritardo sono in parte del management, in parte della rigidità del mercato del lavoro, in parte del non eccelso livello d'istruzione, ma soprattutto dell'efficienza del settore pubblico - ha aggiunto Zingales -. Spendiamo tanto e abbiamo una bassa qualità dei servizi. Questo problema si risolve affamando la pubblica amministrazione, stringendo la cinghia, tagliando la spesa pubblica. Il grosso vantaggio del fiscal compact è che ci porta a fare questo e a guadagnarne saranno le nostre aziende».

«L'eccesso di debito ha reso protagonista della scena europea la Bce guidata da Mario Draghi, che ha promosso la stabilità finanziaria, la difesa dell'euro e la salvaguardia delle banche con abilità e vigore. È stata una forza centripeta dell'Unione Europea. Draghi è riuscito ad essere protagonista di una soluzione che puntava invece all'allontanamento». Così, nel suo intervento al convegno annuale della Fondazione Italcementi, l'imprenditore Andrea Montrasio.

«Allo stesso tempo le politiche di stimolo dell'economia reale e le politiche fiscali e di welfare hanno accentuato le differenze tra gli stai membri dell'Ue, i quali si sono presentati davanti alla crisi con situazioni molto diverse tra loro. Il ritorno agli egoismi nazionali si scontra con la necessità di un'azione europea unitaria nella complessità della globalizzazione - ha aggiunto l'ex vice presidente di Confindustria per l'Europa -. Esempi chiarissimi riguardano le questioni relative al cambiamento climatico e alla competitività delle imprese».

«Occorre riformare le istituzioni democratiche europee sottolineando i valori identitari oltre ad evidenziare gli interessi comuni. Dobbiamo tornare ad una forte coesione comunitaria e a politiche di innovazione. L'Europa soffre molto di più di quello che non è ancora riuscita a diventare di quello che di fatto è».

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