Nella Bassa si coltiva il riso
Prodotto di nicchia, ma cresce

È una coltivazione di nicchia. Ma in controtendenza rispetto a Lombardia e resto d'Italia, in provincia di Bergamo la coltivazione di riso aumenta. La Coldiretti provinciale segnala che si è passati dai 5,56 ettari del 2010 a 6,07.

È una coltivazione di nicchia. Ma in controtendenza rispetto a Lombardia e resto d'Italia, in provincia di Bergamo la coltivazione di riso aumenta, anche se solo di mezzo ettaro in più. Dopo il calo dei primi anni 2000, infatti, la Coldiretti provinciale segnala che si è passati dai 5,56 ettari del 2010 a 6,07.

A produrre riso in Bergamasca, secondo i dati Coldiretti, è una sola realtà, l'azienda agricola Maxovo di Vincenzo e Roberto Marconi che ha sede ad Antegnate. Si tratta di una piccola azienda a conduzione familiare.

«Vendiamo sempre di più – spiega Vincenzo – perché lo facciamo direttamente, senza intermediazioni, e per questo abbiamo deciso di allargare la nostra coltivazione».

I due fratelli hanno deciso di dedicarsi al riso circa 10 anni fa, mentre in precedenza i campi erano coltivati a mais. Non si è trattato di un'improvvisazione, ma di una scelta meditata e studiata: «Abbiamo pensato – sottolinea Vincenzo – che fosse una coltura con meno concorrenti in questa zona e, alla fine, la nostra si è dimostrata una mossa azzeccata».

Adesso l'azienda produce «300/400 quintali di risone (il riso greggio appena raccolto)» che si uniscono alle uova che vengono prodotte dall'allevamento a terra di oltre 20 mila galline.

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