Sblocca crediti, rinvio vergognoso
Angelo Carrara (Artigiani) si sfoga

«È vergognoso che il governo abbia rinviato il provvedimento per lo sblocco dei pagamenti della Pubblica amministrazione alle migliaia di imprese creditrici in attesa da mesi, la maggior parte delle quali sono espressione del settore edile».

«È vergognoso che il governo abbia rinviato il provvedimento per lo sblocco dei pagamenti della Pubblica amministrazione alle migliaia di imprese creditrici in attesa da mesi, la maggior parte delle quali sono espressione del settore edile: ancora una volta una certa politica ha dimostrato di essere lontana anni luce dal mondo reale e dai bisogni delle imprese del comparto edile: doveva essere un provvedimento urgente, è stata superata ogni decenza».

Non usa mezzi termini Angelo Carrara, presidente dell'Associazione artigiani di Bergamo, alla cerimonia di inaugurazione ieri mattina di Edil 2013, da sempre uno dei più importanti appuntamenti del settore, non solo a livello bergamasco. La kermesse che coinvolgerà fino a domenica tutti gli attori della filiera con 210 espositori, diventa però lo spunto per uno sfogo sentito un po' da tutta la categoria.

«Non riesco a tacere la rabbia che provo, credo condivisa da tutti i miei colleghi, per l'abbandono che sentiamo, da parte del governo centrale, in merito all'ormai famigerato tema dei pagamenti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese e in particolare di quelle del nostro mondo che sono una fetta enorme dei creditori dello Stato e che stanno morendo», attacca Carrara. Poi rincara la dose: «Ci dicono che non ci sono le risorse, ma quelle per i parlamentari ci sono, con cifre che offendono il buon senso e che sono un insulto a qualsiasi etica».

L'invettiva del presidente degli artigiani orobici trova riscontro anche nelle parole di Enrico Facoetti, assessore al Bilancio del Comune di Bergamo: «il patto di stabilità sta costringendo l'amministrazione a non poter spendere neppure laddove è diventato strettamente necessario: è ora di sbloccare la situazione se vogliamo ridare fiato all'economia».

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