Tra maltempo, diabrotica e ritardi
la nostra agricoltura è in ginocchio

Il maltempo sta mettendo a dura prova l'agricoltura bergamasca: le conseguenze delle prolungate precipitazioni si stanno facendo sentire e stanno colpendo i «seminativi», per il quale si prevede una perdita fino al 20%.

Il maltempo sta mettendo a dura prova l'agricoltura bergamasca: le conseguenze delle prolungate precipitazioni delle scorse settimane si stanno facendo pesantemente sentire e stanno colpendo il comparto dei seminativi, per il quale ABIA-Confai prevede nel 2013 una perdita fino al 20% della produzione lorda vendibile, ovvero del fatturato complessivo del settore.

«Molti imprenditori agricoli e agromeccanici si sono trovati a dover lasciare i trattori spenti dallo scorso mese di novembre fino ad oggi – fa notare Leonardo Bolis, presidente bergamasco e nazionale dei contoterzisti agrari –. Per tutto l'inverno le tradizionali operazioni di spandimento di liquami sui terreni sono state vietate dai provvedimenti collegati alla direttiva comunitaria sui nitrati, con effetto fino allo scorso 18 febbraio. Da tale data i terreni sono stati poi sottoposti a frequenti precipitazioni, che hanno impedito qualsiasi lavorazione in campo».

Le conseguenze? Negative per tutte le principali colture. «Innanzitutto non si sono potute effettuare le consuete operazioni di diserbo per frumento e orzo, previste per l'inizio di marzo – osserva Bolis -: ciò comporterà inevitabili risvolti negativi in termini di produttività per colture peraltro già in carenza di azoto».

Ma i danni maggiori riguarderanno il mais, coltura principe delle nostre campagne, a causa delle semine non ancora effettuate e già in forte ritardo. «Ammesso che si vada verso l'auspicato miglioramento del quadro climatico – sottolinea Enzo Cattaneo, direttore di ABIA-Confai –, bisognerà comunque attendere ancora diversi giorni prima che le macchine possano entrare in azione in pianura per le semine, in quanto un intervento nelle condizioni attuali rischierebbe di compromettere la struttura stessa dei terreni».

Inoltre, visti i tempi ormai assai stretti, molti agricoltori si vedranno costretti a seminare mais più precoci, con un ciclo di vita più rapido ma con rese inferiori rispetto alle varietà prescelte in presenza di condizioni normali.

«All'effetto delle ritardate semine si unirà verosimilmente quello della siccità – evidenzia Cattaneo -. Le piante di mais si troveranno infatti ancora in una fase delicata della propria crescita quando scoppierà la calura estiva e si manifesterà la consueta carenza idrica, ovvero nelle cosiddette fasi di pre-fioritura e post-fioritura, cruciali per lo sviluppo della granella».

Ad aggravare ulteriormente la già pesante situazione si aggiunge infine la prospettiva di forti attacchi di diabrotica. Le attuali condizioni climatiche sono destinate infatti a favorire una forte riproduzione del pericoloso coleottero originario dell'America settentrionale e grande nemico del mais.

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