Terziario bergamasco in crisi
In 4 mesi senza lavoro in 500

Quasi 500 persone coinvolte nei primi quattro mesi dell’anno in ristrutturazioni aziendali o in vere e proprie crisi. È questo il bilancio ufficiale che la Fisascat Cisl ha fatto del terziario bergamasco per l’inizio del 2009. E a questi va aggiunto un numero imprecisato di persone che la crisi ha colpito in maniera ancora più drammatica: ci sono infatti piccole aziende, ma succede anche nella grande distribuzione, che non rinnovano i contratti di lavoro a tempio determinato o le collaborazioni, lasciando senza alcun ammortizzatore sociale i lavoratori interessati.

La ricerca della Fisascat riguarda 44 aziende (tra commercio, turismo e servizi) coinvolte dalla crisi: in queste 488 lavoratori, su 1139 dipendenti sono stati interessati da Cassa Integrazione o mobilità.

“La situazione è preoccupante – dice Alberto Criterio, segretario generale della Fisascat di Bergamo -. I segnali dicono che al momento si sono mosse le piccole aziende del commercio e servizi, mentre la grande distribuzione non ha ancora operato azioni che potessero riguardare ammortizzatori o licenziamenti, ma sappiamo che purtroppo non potrà durare ancora a lungo. Dove la crisi ha colpito, ha colpito duro, non marginalmente, se è vero che quasi la metà dei dipendenti delle aziende coinvolte ha perso il lavoro (temporaneamente o definitivamente). Un altro dato significativo, riguarda la inveterata abitudine di qualche azienda al 'fai da te': speso infatti si adottano strumenti non previsti dalle procedure sindacali e legislative, ma con trattative private, e soprattutto nei confronti del personale più debole, si limita il numero dei lavoratori, o il loro orario, per cui abbiamo contratti a termine non rinnovati, dimissioni volontarie abbastanza strane, lavoratrici convinte a ridursi l’orario di lavoro, e altre amenità che producono perdite di salario e di posti che saranno mai rilevati da alcuna statistica. Una zona grigia che rileviamo ogni giorno e di dimensione non quantificabile”.

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