Affrontate oltre 4.650 vertenze
8 milioni per 3 mila lavoratori

La crisi vista dall'Ufficio Vertenze della Cgil. Tutte le cifre: oltre 4.650 le vertenze lavorate, 8 milioni e mezzo di euro recuperati per circa 3mila lavoratori , tutti i dettagli su tipologie di utenza, motivazioni e contenziosi suddivisi per settori.

Sono 4.653 le vertenze lavorate (tra quelle aperte e quelle chiuse) nel corso del 2012 dai vertenzieri della CGIL di Bergamo, che nell'arco dei 12 mesi hanno registrato 5.500 contatti. Nel 2011 erano state poco più di 3.900, con 4.500 contatti avvenuti. Per 3mila lavoratori la CGIL ha recuperato 8 milioni e mezzo di euro di spettanze: anche quest'anno i dati dell'attività dell'Ufficio Vertenze della CGIL di Bergamo forniscono un'ottima lente per leggere l'andamento della crisi a livello provinciale. Non si tratta, qui, di licenziamenti collettivi ma di controversie individuali, che hanno coinvolto lavoratori di piccole e grandi industrie ma anche di imprese artigiane e cooperative, licenziati individualmente. Cifre e tendenze (in allegato grafici e tabelle presentate) sono state illustrate oggi in una conferenza stampa che si è tenuta nella sede Toolbox CGIL di Borgo Santa Caterina n. 60 a Bergamo.

“Il lavoro dell'Ufficio Vertenze della CGIL di Bergamo rappresenta una finestra speciale attraverso cui vedere e capire cosa sta accadendo sul territorio. La qualità e la quantità delle vertenze individuali aperte rappresentano un segnale di come la crisi stia andando nella nostra provincia” ha detto Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della CGIL. “Dal 2008 per l'Ufficio Vertenze registriamo un incremento nei volumi di lavoro a cui abbiamo fatto seguire un incremento degli investimenti, anche in termini di personale specializzato. La nostra attività durante il 2012 nell'ambito specifico delle vertenze individuali ha consentito di recuperare per circa 1.700 lavoratori 3,5 milioni di euro per mancati pagamenti di spettanze e per diritti al risarcimento oltre al riconoscimento dei diritti lesi. Anche l'attività sul fronte delle procedure concorsuali (fallimenti, concordati, attivazione fondi garanzia ecc…) ha consentito di recuperare per oltre 1.200 lavoratori circa 5 milioni di euro”.

“Anche quest'anno proponiamo una lettura della crisi del mondo del lavoro e dei suoi effetti nel contenzioso individuale della realtà bergamasca” ha aggiunto Carmelo Ilardo, responsabile dell'Ufficio Vertenze della CGIL Bergamo. “È il quinto anno che si registra un incremento delle attività del nostro ufficio. Lo studio che presentiamo oggi si propone di dare una serie di dati ed indicazioni su profili e motivazioni dei lavoratori che si rivolgono a noi, oltre a una lettura, attraverso la lente del ‘vertenziere', degli effetti del perdurare della crisi economica nel mondo del lavoro provinciale”.

L'attività dell'Ufficio Vertenze è, principalmente, destinata a quei lavoratori che non vantano più un rapporto di lavoro con il datore verso cui la vertenza viene instaurata. La competenza nella gestione delle vertenze dei lavoratori ancora in costanza di rapporto spetta, invece, ai singoli sindacati di categoria.

“Dai dati risulta evidente, negli anni, la prevalenza delle vertenze legate al mancato pagamento di retribuzione e TFR rispetto alle altre motivazioni (tabella B)” continua Ilardo. “La crisi si è manifestata con molta forza nei mancati pagamenti delle retribuzioni e delle liquidazioni soprattutto nei settori edilizio, di commercio-servizi e nel settore meccanico. Anche dai dati delle ditte fallite si evidenzia la prevalenza dei settori edilizio, commercio-servizi e meccanico con un notevole aumento delle ditte del settore metalmeccanico (vedi tabella G). Va, poi, evidenziato il notevole incremento nel 2011 sul 2010 delle vertenze per il riconoscimento del rapporto di lavoro anche per la maggiore attenzione prestata alle impugnative dei contratti a termine, effetto della campagna sui precari fatta dalla CGIL di Bergamo in occasione dell'approvazione della legge sul Collegato lavoro. Nel 2012 abbiamo continuato a tenere alta l'attenzione sulla tipologia dei contratti atipici ma i nuovi tempi di decadenza hanno penalizzato fortemente l'azione di riscatto dei lavoratori. Evidente è anche il dato sui licenziamenti individuali aumentati di ben 5 punti (vedi tabella B). Che ci fossero più licenziamenti era risaputo ma si fa notare che il dato si riferisce a quelli che avevano requisiti di illegittimità e quindi impugnabili, come dire che qualcuno ha approfittato della crisi per licenziare anche quando di motivi oggettivi non ce n'erano. Mentre negli anni precedenti si notava una scarsa propensione delle donne ad aprire vertenze individuali, nel 2011 la loro presenza è aumentata e, sostanzialmente, si è stabilizzata nel 2012. Il dato rimane ancora, secondo noi, al di sotto della realtà del mercato del lavoro per la nostra provincia. Si rivolgono all'Ufficio Vertenze della CGIL soprattutto gli uomini di nazionalità italiana, operai con contratto a tempo indeterminato. La crisi economica nel triennio 2009/2012 ha toccato anche i lavoratori italiani facendo diminuire l'incidenza dei lavoratori stranieri (anche perché molti senza lavoro sono rientrati nel loro paese senza intraprendere vertenza) ed ha messo in discussione la ‘sicurezza' del contratto a tempo indeterminato. Infine, prevediamo che la riforma Fornero-1 (pensioni) e la Fornero-2 (mercato del lavoro) scaricheranno sulla società gravi problemi di collocazione di lavoratori. Da un lato perché è più lontana la pensione e dall'altro perché, dal 2013, gli ammortizzatori sociali, in caso di crisi aziendali, saranno autorizzati con il contagocce”.

In allegato, grafici e tabelle

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