Gruppo Ubi esternalizza i servizi
Venerdì protesta in centro a Bergamo

Sala Oggioni del Centro Congressi piena e manifestanti per il centro di Bergamo. Attenzione alla viabilità a Bergamo nella mattinata di venerdì 13 settembre. le strade non sono state chiuse, i manifestanti in piazza Vittorio Veneto.

Sono 100 i lavoratori coinvolti nelle esternalizzazioni deliberate dal gruppo Ubi Banca, in relazione al trasferimento di rami d’azienda di Ubi Sistemi e Servizi (Ubiss) al colosso internazionale Accenture Services Technology srl - cui va la maggior parte dei servizi, quali quelli di cassa centrale o corporate banking interbancario - e alla BCube Spa, relativamente ai servizi di archivio, casellario e cancellazione delle ipoteche. L’operazione, che rientra nei piani di razionalizzazione del gruppo, ha incontrato l’opposizione dei sindacati di categoria che la definiscono «un palese attacco all’area contrattuale, in un momento di rinnovo del contratto nazionale».

Per questo hanno lanciato per venerdì mattina 13 settembre una grande protesta, accompagnata da momenti assembleari, nelle otto piazze italiane coinvolte dalle cessioni: Bari, Bergamo, Brescia, Chieti, Cuneo, Jesi, Milano e Pesaro. Piena la sala Oggioni per l’incontro preliminare, i marcipiedi sono invasi dai manifestanti senza blocco del traffico. La protesta prosegue n piazza Vittorio Veneto sotto la direzione generale di Ubi Banca: «Speriamo nella massima partecipazione - commenta Paolo Citterio, coordinatore Fabi per il gruppo Ubi -, perché è importante che i lavoratori e le organizzazioni sindacali diano messaggi chiari all’azienda».

In effetti la questione è più ampia perché oltre ai 102 dipendenti Ubiss esternalizzati - 86 ad Accenture e 16 a BCube -, si aprirebbe anche la questione dei «distaccati»: «Esternalizzando questi servizi – dice Paolo Citterio -, altri circa 100 lavoratori che restano dipendenti del gruppo Ubi Banca e che erano però già distaccati sui servizi Ubiss che vengono ceduti, si troveranno a lavorare per le due nuove società acquirenti».

Una questione, questa dei «distaccati» che tocca anche la bergamasca: «Sono circa trenta le persone coinvolte, per la maggior parte in distacco, ma ci sono anche alcune cessioni, tra le 100 previste - ha spiegato Pierangelo Casanova, segretario generale Fisac-Cgil di Bergamo – e ciò che preoccupa noi e i colleghi delle altre sigle sindacali coinvolte, è che si stia assistendo solo al primo passo verso un’esternalizzazione di numeri più consistenti».

Ora si aprono le trattative tra sindacati e azienda con avvio a partire dal 19 settembre e fino al 5 ottobre. Proprio per questo Ubi Banca – interpellata - non ha rilasciato dichiarazioni, sottolineando che ogni decisione di dettaglio sarà assunta in sede di trattativa sindacale. Una trattativa carica di timori per il sindacato: «Siamo molto preoccupati - dichiara Eliana Rocco, coordinatrice First-Cisl per il gruppo Ubi Banca - di assistere a operazioni al di fuori del perimetro di piani industriali in continua evoluzione. I lavoratori hanno il diritto di conoscere cosa succederà al loro lavoro, quali sono le attività strategiche e, soprattutto quali sono le opportunità, in termini di risorse e di occupazione, che l’ossessiva contrazione dei costi produce».

In merito alla protesta dei lavoratori coinvolti nelle esternalizzazioni deliberate dal Gruppo Ubi Banca, Marilla Serina, segretaria provinciale Uilca Uil di Ubi Banca dichiara: «Con le manifestazioni di oggi in contemporanea sulle varie piazze interessate dalle esternalizzazioni, abbiamo voluto dare un messaggio forte di assoluta contrarietà all’operazione ed esprimere la nostra preoccupazione non solo per i colleghi che oggi subiscono questa decisione, ma anche per il futuro delle lavoratrici e i lavoratori del gruppo, anche nella provincia di Bergamo. Faremo tutto il possibile per garantire loro la massima tutela. Grazie a tutti i numerosissimi colleghi presenti alla protesta che ci hanno dato forza. Uniti si va più lontano».

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