Imprese, più chiusure che aperture
Edilizia e tessile settori più colpiti

Aumentano le aziende registrate, ma si flette il numero delle imprese attive con le cessazioni che sono maggiori delle iscrizioni e con l’edilizia e la manifattura le realtà che più stanno risentendo della crisi. Questi sono i primi risultati dell’indagine congiunturale della Camera di Commercio.

Aumentano le aziende registrate, ma si flette il numero delle imprese attive con le cessazioni che sono maggiori delle iscrizioni con l’edilizia e la manifattura le realtà che più stanno risentendo della crisi. Questi sono i primi risultati che emergono dall’indagine congiunturale della Camera di Commercio sulle imprese bergamasche nel primo trimestre 2014.

I primi tre mesi si chiudono infatti con 95.704 imprese registrate in provincia di Bergamo, con un lieve incremento di 267 unità (+0,3%) rispetto allo stesso periodo del 2013. Lo stock delle imprese attive (85.665) si conferma in flessione, secondo una tendenza in atto da tempo, con una riduzione, a fine marzo 2014, di 246 unità pari al -0,3% rispetto al primo trimestre 2013.

Nei primi tre mesi dell’anno si sono avute 1.831 nuove iscrizioni e 2.158 cessazioni con un saldo negativo per 327 unità. Nel confronto con il primo trimestre 2013 si osserva una riduzione delle cessazioni (-9,7%) e una stabilità delle nuove iscrizioni (0,01%).

Tra le unità registrate in crescita si confermano le società di capitale (1,4%) e le altre forme giuridiche (+10,4%), queste ultime in prevalenza cooperative. In riduzione le società di persona (-0,8%) e le imprese individuali (-0,4%).

Il settore artigiano, con 32.165 imprese, vede una riduzione del -1,4% delle unità registrate nello stesso periodo del 2013. Il numero delle iscrizioni (717) è superato da quello delle cessazioni (966), ma nel confronto con il primo trimestre di un anno fa le iscrizioni aumentano (+14,2%) e le cessazioni diminuiscono (-18,4%).

Tra i settori produttivi, la contrazione delle imprese attive, rispetto al primo trimestre 2013, si è avvertita in misura accentuata nell’edilizia (-382 pari al -1,9%) e nella manifattura (-161 pari al -1,4%), soprattutto tra le imprese artigiane.

Altre flessioni si notano nell’agricoltura (-139 pari al -2,7%), nelle attività di trasporto e magazzinaggio (-41 pari al -1,7%) e in alcuni servizi (ICT, professionali e altre attività). Aumentano in misura significativa le imprese attive nel commercio (181 corrispondenti al +0,9%), nei servizi di alloggio e ristorazione (+112 pari al +2%), nelle attività finanziarie e assicurative (+99, pari al +4,9%), nei servizi alle imprese (+119, +5,6%) e nei servizi collettivi (istruzione e sanità) e di intrattenimento.

Le aperture di procedure concorsuali sono state 521, in crescita del 16,3% rispetto alle 448 registrate nel primo trimestre 2013. Cresce il ricorso sia alle procedure di fallimento (da 86 a 129) e concordato (da 7 a 17) che a scioglimenti e messe in liquidazione (da 352 a 374) . Il settore più critico resta quello delle costruzioni dove si concentra quasi un terzo delle procedure.

Nel territorio della provincia si osserva un aumento dello stock di imprese attive nell’ambito del capoluogo (+0,4%) e variazioni positive marginali nelle zone di Sarnico e Lovere e nella Val di Scalve. In tutti i restanti ambiti i saldi sono negativi.

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