Italcementi, una partenza a razzo
E Pesenti rassicura sull’occupazione

Una partenza a razzo come raramente se ne vedono (soprattutto di questi tempi) in Piazza Affari mercoledì 29 luglio per Italcementi. D’altronde dopo l’accordo con HeidelbergCement e soprattutto le cifre e le stime sulle azioni, era prevedibile un boom.

Alla fine Italcementi chiuderà a 9,85 euro (ai massimi dal 2009) con una crescita-monstre in poche ore del 49,47%. Il livello resta più basso dell’Opa che l’anno venturo verrà lanciata dall’azienda tedesca a 10,6 euro per azione, ma c’è tempo per colmare le distanze.

Nelle stesse ore il consigliere delegato Carlo Pesenti (nella foto) spiegava al nostro giornale che «la principale ragione che ci ha spinti a realizzare questa operazione è la ferma convinzione che l’unione tra HeidelbergCement e Italcementi creerà valore e futuro per entrambe le aziende. Assicurerà un futuro al sistema industriale che attualmente fa parte del perimetro di Italcementi, in un’ottica di sviluppo».

A proposito poi delle preoccupazioni espresse ieri dai sindacati sul fronte occupazionale, Carlo Pesenti le giudica «comprensibili», ma aggiunge due osservazioni: «La prima è che i piani di ristrutturazione di questi ultimi anni hanno già generato in Italia un forte grado di efficienza. La seconda è che nella storia di Heidelberg simili operazioni sono state gestite con un alto livello di integrazione».

Pesenti aggiunge che «nel comunicato di Heidelberg di martedì si sottolineavano la qualità degli impianti di Italcementi e la perfetta complementarietà tra i due gruppi, ma non solo: si metteva in risalto la forte capacità di innovazione del gruppo e del suo Centro di Ricerca i.lab. Non a caso viene espressamente citato il cemento biodinamico di Palazzo Italia a Expo 2015».

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