La lenta ritirata delle banche:
Da gennaio chiusi 10 sportelli

Dieci sportelli bancari chiusi da gennaio, 16 in tutto il 2013. È la realtà con cui si trova a fare i conti il sistema bancario bergamasco e che farà da sfondo da metà settembre alle trattative per il rinnovo del contratto.

Dieci sportelli bancari chiusi da gennaio, 16 in tutto il 2013. È la realtà con cui si trova a fare i conti il sistema bancario bergamasco e che farà da sfondo da metà settembre alle trattative per il rinnovo del contratto.

Sul piano occupazionale, Unicredit ha siglato a giugno un accordo per 2.400 uscite, Montepaschi a inizio agosto per 1.334 e il Banco Popolare, che dal 1° giugno ha fuso il Credito Bergamasco, per 330. E secondo le voci che circolano, qualche intervento si potrebbe avere anche in Ubi in autunno inoltrato, ma per la provincia dovrebbe essere una manovra soft, interessando di più altre regioni.

«Negli anni passati c’è stata la corsa ad aprire sportelli per difendersi con le proprie forze dai gruppi esteri. L’avvento degli stranieri non c’è stato. Anzi, c’è chi come Barclays ha annunciato l’intenzione di lasciare il mercato italiano. E anche le banche italiane hanno iniziato a diminuire gli sportelli», commenta il segretario nazionale della Fabi, Attilio Granelli.

Secondo i dati della Banca d’Italia, tra la fine del 2012 e il 31 luglio scorso sul nostro territorio hanno chiuso 26 sportelli: 16 l’anno scorso e una decina solo nei primi sette mesi di quest’anno. Altri 15 avevano chiuso fra il 2011 (quattro gli stop) e il 2012 (altri undici).

In un anno e mezzo una sola insegna si è aggiunta al panorama provinciale: è quella della Banca Popolare Etica che ha aperto i battenti ad aprile del 2013. Due invece hanno lasciato il territorio: il Santander e la Popolare di Puglia e Basilicata.

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