Mercatone Uno, giornata di presidio
I consigli per i consumatori beffati

Nel giorno dei presidi davanti ai cancelli chiusi di Mercatone Uno in tutta Italia (per Bergamo il presidio è stato a Verdello), anche Adiconsum scende in campo, prendendo di mira il ministero dello Sviluppo economico.

In tantissimi sono giunti davanti ai cancelli del Mercatone Uno di Verdello, molte più persone dei trenta lavoratori direttamente coinvolti in bergamasca nella chiusura della catena di negozi di arredamento. La solidarietà di colleghi, amici e cittadini si è manifestata con un presidio, tra bandiere, striscioni e slogan contro i licenziamenti: «Rivendichiamo la tutela dei posti di lavoro» hanno detto, tra i lavoratori, Mauro Rossi della Filcams-Cgil e Terry Vavassori di Fisascat-Cisl provinciali. «Ancora una volta, sulle spalle dei dipendenti, si gioca una partita che ha visto un’azienda acquisire 55 punti vendita sul territorio nazionale per poi fallire dopo soli 9 mesi, senza chiarezza sulle responsabilità nella gestione. Per i lavoratori si apre, nuovamente, un periodo di profonda incertezza. Per questo chiediamo che i posti di lavoro siano tutelati e che lo si faccia con urgenza, attivando gli ammortizzatori sociali del caso, ma soprattutto che si giunga a un bando che possa veramente prevedere investitori affidabili e sostenibili» hanno detti i sindacati.

Al termine del presidio è iniziata un’assemblea. Dopo la notizia del fallimento, arrivata nella notte fra venerdì e sabato, e della chiusura improvvisa dei punti vendita di Mercatone Uno in tutto il paese, anche in Bergamasca resta infatti altissima l’apprensione. Sono oltre 1.800 i lavoratori nei 55 punti vendita che la «Shernon Holding» aveva acquisito nove mesi fa dall’amministrazione straordinaria della vecchia società specializzata nella vendita di mobili e complementi d’arredo. Ad aprile la holding aveva deciso di presentare istanza di ammissione al concordato preventivo presso il Tribunale di Milano. Ricordiamo che Mercatone Uno si trovava sull’orlo del fallimento già nel 2015.

Intanto sono «circa 20.000 i consumatori coinvolti in tutta Italia nella vicenda del fallimento della catena Mercatone Uno per un valore di 3,8 milioni di euro già versati per merce non consegnata» spiega l’associazione che segnala di «continue segnalazioni di clienti che non hanno avuto la merce pur avendo versato acconti o addirittura saldi», fanno sapere dall’Adiconsum, che chiede al ministero dello Sviluppo economico di convocare un tavolo con la partecipazione delle associazioni consumatori e di attivarsi per l’istituzione di un Fondo di garanzia a tutela di quei consumatori che, a fronte del versamento di acconto o di saldo, non hanno ricevuto la merce.

«La prima cosa da fare è una lettera di diffida ad adempiere alla “Sheron Holding” e al curatore In caso siano già stati effettuati pagamenti, i consigli sono di tre tipi. Adiconsum invita i consumatori che hanno pagato la merce con carta di credito ad attivarsi subito per recuperare quanto versato richiedendo l’attivazione della procedura “chargeback”».

«La richiesta – spiega Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo – va inoltrata alla società emittente la carta di credito. Il charge back viene concesso per legge in caso di frode o a discrezione della società emittente la carta di credito per inadempimento del commerciante. Quest’ultimo è il caso di Mercatone Uno, che non ha adempiuto alla consegna della merce».

L’associazione consiglia, pertanto, i consumatori di contattare subito la società per accertare «la possibilità di richiedere il charge back e per conoscere i tempi per la sua attivazione. Tale procedura può essere richiesta sia per i pagamenti fatti con carta di credito per la merce acquistata on line che presso il punto vendita. Analogamente si può chiedere alla banca quali possibilità vi siano nel caso di pagamento con altri mezzi (pos, bonifico, assegno etc.)».

«I consumatori che hanno scelto di acquistare la merce a rate stipulando un contratto di finanziamento potranno chiedere alla finanziaria la risoluzione del contratto e la restituzione delle somme già versate per grave inadempimento del fornitore (Testo unico bancario – D.lgs. 385/93). Se non siete in tempo per recedere (nei 14 giorni) inviate una raccomandata a.r. alla finanziaria per annullare il finanziamento allegando copia della diffida ad adempiere da cui si evinca la domanda di risoluzione del contratto inadempiuto dal negozio Mercatone Uno».

«Non appena saranno resi noti termini e condizioni, Adiconsum consiglia comunque i consumatori di richiedere l’insinuazione al passivo fallimentare, tenendo presente che i primi ad essere ristorati saranno i fornitori (creditori privilegiati), poi i lavoratori e per ultimi i consumatori, in qualità di creditori chirografari».

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