Metalmeccanici, mobilitazioni per il contratto
Ventidue aziende orobiche in sciopero

In corso la mobilitazione per il contratto nazionale dei metalmeccanici. In due settimane scioperi in 22 aziende della provincia di Bergamo. Venerdì 30 ottobre braccia incrociate per Brembo di Curno, ABB di Dalmine, Scame di Parre e O.Me.Fa spa Officina Meccanica Fassi di Albino.

«Si riconoscano gli aumenti dei minimi salariali, si difenda l’occupazione con il blocco dei licenziamenti e si riparta da salute e sicurezza nei luoghi di lavoro». Sono queste le rivendicazioni chiave al centro della mobilitazione che la Fiom-CgilL sta conducendo, insieme alle altre sigle sindacali, per il rinnovo del Contratto nazionale dei metalmeccanici.

In provincia di Bergamo, dall’avvio della mobilitazione il 14 ottobre scorso, sono stati proclamati scioperi già in 22 aziende. Ecco quali: Regal Beloit di Ciserano (la ex Nicotra), Marcegaglia di Boltiere, Matest di Treviolo, Itema e Itematech di Colzate, Siac di Pontirolo, Gildemeister e DMG Mori di Brembate Sopra, FBM Hudson Italiana di Terno d’Isola, Olvan e Pneumax di Lurano, Brembana e Rolle di Valbrembo, Bedeschi (ex ONT) e Pilenga Baldassarre Foundry di Lallio, Mollificio Sant’Ambrogio di Cisano, Alfa Laval di Suisio, O.A.S.A. di Barzana, Quality Control di Medolago.

Venerdì 30 ottobre la mobilitazione arriverà alla Brembo di Curno, alla ABB di Dalmine, alla Scame di Parre e all’O.Me.Fa spa Officina Meccanica Fassi di Albino.

In tutt’Italia è stato proclamato un pacchetto di 6 ore di sciopero, di cui 2 da gestire nelle singole aziende e 4 nella giornata di mobilitazione generale prevista per il 5 novembre. È in corso anche il blocco di straordinari e flessibilità.

«Per quasi un anno abbiamo partecipato al confronto per il rinnovo del nostro Contratto nazionale, ma Federmeccanica e Assistal non hanno manifestato alcuna apertura in merito alle richieste che avevamo inserito nella piattaforma unitaria votata dalle lavoratrici e dai lavoratori, soprattutto in tema di salario» ha spiegato Andrea Agazzi, segretario generale provinciale della Fiom-Cgil. «Il 7 ottobre, la controparte si è dichiarata contraria a riconoscere gli aumenti salariali che chiedevamo, dichiarando che gli unici aumenti possibili sono quelli legati all’andamento dell’inflazione, calcolati a consuntivo. In sostanza Federmeccanica e Assistal vorrebbero un rinnovo del Contratto senza costi contrattuali e questo è francamente inaccettabile. A fronte di questa posizione avevamo risposto avviando lo sciopero degli straordinari e della flessibilità. La contromossa delle associazioni datoriali è stata la cancellazione degli incontri già previsti, interrompendo di fatto la trattativa. In questi giorni proseguono le assemblee unitarie con i lavoratori, che stiamo incontrando sempre nel rispetto delle misure anti-Covid19. L’obiettivo è quello di illustrare lo stato della trattativa nazionale e i motivi che ci hanno spinto a proclamare questi scioperi. In molte aziende le Rsu hanno deciso di concentrare ed estendere a tutta la giornata lavorativa lo sciopero già proclamato per il 5 novembre» conclude il sindacato.

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