Pitti, positiva la moda bergamasca
Ma guarda al mondo con cautela

Fortezza da Basso blindatissima con le forze dell’ordine che monitorano gli ingressi di un Pitti sempre più internazionale. Le sensazioni delle aziende bergamasche ieri in fiera a Firenze sono positive: tantissima gente, tantissimi volti asiatici, e un entusiasmo che da un po’ di stagioni non si percepiva.

Soddisfatto il mondo orobico, resta però costante la prudenza di un mercato che risente dell’instabilità geopolitica degli ultimi tempi e di valute in continua oscillazione. «Ho trovato una volontà all’ottimismo che mi ha colpito – commenta Silvio Albini dell’omonimo Cotonificio -. Clienti europei e giapponesi, molti italiani. Un’atmosfera positiva abbinata alla cautela e alla speranza che il mercato prosegua come nelle ultime stagioni che sono cresciute (il Sistema moda Italia parla di un +1.8%, ndr)». Da qui Thomas Mason con i suoi accessori spinge sulla novità delle sciarpe, nuove mischie pregiate con originali cravatte in alpaca e fantasie dandy.

Soddisfatto al suo primo Pitti il titolare di Save my bag di Comun Nuovo: «Clienti nazionali e molti stranieri – commenta Stefano Agazzi -. C’è interesse per i brand giovani e le idee. Se un tempo bastava il duro lavoro, ora serve anche la creatività» commenta, con la necessità di spingere sulla qualità e la velocità del servizio: «Il cliente stabilisce i tempi e non c’è più il senso di stagionalità di un tempo: ora la disponibilità e la flessibilità sono condizioni imprescindibili», sottolinea Massimiliano Bresciani dell’omonimo calzificio che continua a investire in Russia: «L’instabilità del rublo ci ha condizionato: meglio un assestamento anche svantaggioso che le continue oscillazioni. Il mercato sta andando in questa direzione, ma bisogna essere cauti: la situazione politica mondiale si trasmette sull’economia».

La Cina preoccupa ma la sua potenzialità è sempre alta: lo conferma Giuseppe Bettinelli della Compagnia delle Pelli con le licenze di Cavalli e La Martina accessori: «Come il Medio Oriente ha una grande forza, segni di ripresa sull’Italia e poi c’è l’America in cui spingere». Punta alla maglieria, primo amore, la Emmegierre Fashion di Osio Sopra che si rafforza ad Est con il Giappone in prima fila e la Russia, «per noi ottima valvola di crescita» spiega Gigi Vavassori. Più radicato in Germania e Portogallo Gino Epis, con il suo brand di moda Yes-Zee: «Il dollaro forte ha riposizionato il mercato e ora bisogna guardare alla Cina: era inevitabile che una contrazione dei consumi arrivasse anche lì».

Con un effetto positivo sull’Europa: aumentano i costi di produzione, il Vecchio Continente riprende una fetta di lavoro. «È la qualità che fa la differenza e questo dimostra la crescita di brand sartoriali, ma è inevitabile che si risenta dell’instabilità geopolitica» commenta anche Emanuele Maffeis dell’omonima camiceria. Poi c’è l’idea: «Vince la ricerca» sottolinea Alberto Perolari di Perofil, «il mercato straniero chiede continue innovazioni: Giappone e Corea sono per noi in crescita» dichiara Antonio Gavazzeni di Bagutta «e un prodotto che garantisca serietà, espressione di uno stile definito: la storia non s’inventa» commenta Giacomo Ronzoni, al Pitti con Minoronzoni 1953.

Allo stand del britannico Jeff Griffin il suo produttore Flavio Forlani de La Rocca di Martinengo sottolinea: «Il mercato internazionale cerca idee e lavorazioni d’eccellenza”, ma anche l’utilizzo di materiali sempre più pregiati come i pellami dei guanti di Mazzoleni Gloves, il cashmere di Scaglione, coccodrillo e intrecci pregiati degli accessori di Pinetti. Capobianco si conferma sul mercato europeo, come Individual, marchio moda della Mascot, che rafforza la sua posizione anche in Italia: «Siamo in 500 realtà moda, ora lo sguardo è anche verso Usa, Canada e Russia» commenta Alberto Paccanelli.

Gioca con il feltro e strappi gioiello sulle scarpe, con tanto di scarponcini in gomma, la Metalfashion di Castelli Calepio:«Per noi è l’idea italiana che fa la differenza. Sempre bene la Corea, anche il mercato nazionale ha ripreso, con nuovi contratti in Russia». Soddisfatta della crescita statunitense la V&V di Alzano, con Sonrisa che in questi giorni inaugura lo showroom a Milano. Il suo è lo stand made in Bergamo per eccellenza: pane e salame tra camicie e pull in cashmere.

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