Soldi all’estero, rientro scontato
Il governo: ma non è una sanatoria

Nessuna sanatoria in vista per chi ha nascosto capitali all’estero e anzi, l’idea di mettere in campo uno strumento in più di «moral suasion» per raggiungere l’accordo con la Svizzera già entro il 2014. La proposta di legge sul rientro dei capitali si sta muovendo.

Nessuna sanatoria in vista per chi ha nascosto capitali all’estero e anzi, l’idea di mettere in campo uno strumento in più di «moral suasion» per raggiungere l’accordo con la Svizzera già entro il 2014.

La proposta di legge sul rientro dei capitali, all’esame della commissione Finanze della Camera, non sarà un «condono mascherato», assicurano sia dal governo sia dalla maggioranza, ma punta a far tornare nella legalità chi ha esportato illegalmente capitali (ma anche chi li ha nascosti «in casa») senza eccessivi sconti, puntando peraltro a raggranellare cifre che nessuno si sbilancia a dire ufficialmente ma che potrebbero essere sopra i cinque miliardi dell’ultimo scudo tremontiano.

A far discutere è stata proprio la possibilità (agitata in particolare da Sinistra e libertà e dal Movimento Cinque Stelle) che si stesse cercando di concedere corsie preferenziali eccessive a chi si è sottratto al fisco: «Non ci sono né sanatorie né condoni – fanno sapere dal Tesoro dopo che ieri in mattinata già era intervenuto il sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini – e le tasse si pagheranno per intero nella misura dovuta. La riduzione riguarda solo le sanzioni».

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