Tenaris, terzo trimestre debole
Scendono fatturato e utile netto

Il terzo trimestre dell’anno si chiude in flessione per il colosso dell’acciaio Tenaris, cui fa capo anche la Dalmine: l’utile netto, rispetto allo stesso periodo del 2012, è infatti in calo del 28% a 314 milioni di dollari.

Il terzo trimestre dell’anno si chiude in flessione per il colosso dell’acciaio Tenaris, cui fa capo anche la Dalmine: l’utile netto, rispetto allo stesso periodo del 2012, è infatti in calo del 28% a 314 milioni di dollari (circa 235 milioni di euro) e al di sotto delle attese degli analisti (393 milioni di dollari). Il giro d’affari, poi, è sceso del 9% a quota 2,415 miliardi di dollari (1,8 miliardi di euro).

Su questo quadro si riflettono elementi come i ritardi di alcuni progetti riguardanti i tubi per oleodotti in Brasile e un mix meno favorevole dei prodotti Octg (tubi senza saldatura per la ricerca e l’estrazione petrolifera), con vendite inferiori in Medio Oriente e Africa.

A questo si sommano le fermate stagionali - estese in modo inusuale - degli impianti produttivi concentrati in particolare in Canada, Messico, Stati Uniti, Italia e Romania, dovute sia a esigenze di manutenzione, sia a operazioni di revamping, sia all’ampliamento della capacità. Complessivamente, in nove mesi l’utile netto cala di 13 punti percentuali a 1,1 miliardi, mentre il fatturato scende del 2% a 7,9 miliardi.

Il Cda, riunitosi ieri a Buenos Aires, ha approvato anche la distribuzione di un acconto sui dividendi di 0,13 dollari per azione.

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